Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931

O. BAUDELA.IRE, Liriche scelte 751 tanto proseguendo su questa lineà e approfittando d'un tale mag·giore distacco sarà possibile ripropone i vari problemi particolari che suscita l'o_pera di Baudelaire, appena accennati o sottintesi dal nostro, e che sarà compito della critica di domani il risolvere. Così l'identificazione dell'ineliminabile residuo passivo, che volta a volta con vario esito s'op– pose e limitò lo sprigionarsi .di quella poesia; della patina indefinibile di tempo, così sottilmente « secondo impero>> di certi suoi deteriori aspetti stilistiei. Cos•i la parte, imponente, che il romanticismo grezzo ebbe nella formazione dei suoi maggiori « miti >>e delle sue immagini conclusive. Così l'influsso di Poe e certo particolariss,imo anglicismo e americanismo, sul quale già insisteva l'acuto intelletto critico cli un Jules Laforg11e nei suoi paradossali appella.tivi (Bà'l1;delaire: chat, hvndou, yankee, épiscopaJ, ohimiste). E <?-osì il principale di questi problemi: l'in– ·nestarsi, in Baudelaire, della musica simbolista _sulla· tradizione elo– quente e raziocinante della lirica francese; il piegarsi e l'interiorizzarsi clell'eloquenz;a fino a modellarsi sui più istintivi, articolati moti del sentimento senza più necessità cli traduzioni intellettuali : fatto di capitale importanza nella storia di quella lettèatura. Quanto alla distinzione di « poesia e non poesia n nell'opera baude– lairiana, essa è st~ta <;ompiuta dall' Alberti, <?-ome si doveva, col neces– sa.rio rigore ma ·insieme <;on tatto e discrezione grandissimi : onde mai gli avviene, come capitò invece al Bonfantini in qualche punto del suo pur eccellente libro, di gravare soverchiamente la mano a notare i difetti e 1e disuguaglianze, spesso del res,to appariscenti, di qnella ispirazione intensa e con<;entr;:i,ta, ma insieme travagliata e di.ffidle. Inoltre l' Alberti risponde, nel modo più semplice, ma insieme più grave di responsabilità, a quel finale imperativo d'ogni critica, a quella eon- ·clusiva necessità del redde ra,tionem in cui sono risolutamente in gioco la forza e l'acume dell'interprete: compito che si riassume nella più umile parola: indicare. Egli ha ·dunque fatto seguire al suo saggio una « ooelta >>di liriche, che, se non erriamo, ha appunto per isc.opo di illu– minare e di contrappuntare il saggio stesso, costituendone pa,rte inte– grante: ciò se anche l'autore, èon elegante modestia, si è compiaciuto in omaggio al &110 poeta di presenta.re lo studio come una semplice « in– troduzione>> all'antologia .... In quest_a quarantina di liriche trovano posto tutti, quasi senza ec– cezione, i momenti più fervidi, liberati ,e ricchi di gra,zia della Musa baudelairiana: il che non vuol certamente dire i soli momenti di poesia raggiunta. Ci sembra a tal riguardo che l' Alberti, ubbidendo alle mag– .giori esigenze della critica moderna, abbia fatto bene ad eliminare dalla sua scelta le pièces che, pur perfette, si risolvono in quadretti descrittivi o morali e nelle quali pertanto l'impegno lirico è meno intenso. Così non trov'eremo in queste paigine né Don J·uan aux enfers, né i quattro 8p'teen di cui almeno uno, Je suis comme le roi d'un pays plumeum, d'una così r~olta espr,essività pittorica; né Les peUtes meilles, né À une mendian,te rousse né Le vvn des .ohiffonniers. Mentre troveremo invece altre liriche talv~lta anche meno perfette, ma nelle quali la natura di quella appa~sfonata ispirazione, n~l s•uo gioco i~ter1:10! è_ Fiù liber~ta e più a nudo: il Baudelaire essenziale, quello dei grich prn profondi e BibltòtecaGino Bianco •

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