Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931

RICORDO DI GIOVANNI ROSADI. Lo rivedo anc6ra-, dopo più di vent'an,ni, in un tardo pomeriggio au– tunnale del 1908, giù a, sbalzelloni per la rovinosa mulattiera., o piut– tosto letto di torrentaccio, che da San Quirico di Valriana precipi– tava, - e precipita _auc6ra, -' al fondo vaUe della Pescia. Lo rivedo, con la grave èd aitante persona, traballare malsicùro di sasso in sasso, calare a disagio di gradone ìu gradone; e tanto più a disagio lui, man– giatore famoso, sùbito dopo un lauto quanto ritarda,tissimo banchetto. Stringeva, ricordo, nella mano sinistra, il collo di un prezioso sacchet– tino bianco di fagiuoli di ,San Quiricv, piccoli e quasi tondi,' celebri anche .oltre Valdinievole; e teneva la destra alla- bocca per tormentarsi furio- samente unghie e polpastrelli. Ma l'attenzione d'occhio e di piede che l'infernale mulattiera richiedeva, il sacchettino mai abbandonato nem– meno nel massimo pericolo, e quel mangiucchio ch'era uno• dei suoi spassi preferiti, non impedivano a Giovanni Rosadi di recitare una quasi ininterrotta litania delle più colorite maledizioni agli Amici dei monu– menti, che avevano avuto la peregrina idea di porta-rlo fin là su, - ma dalla strada di Castelvecchio, assai migliore, - al paese di San Quirico ed al suo sindaco, che ci regalavano un «chilo)) cosi tormentoso, e più anc6ra al deputato del collegio, che in tanti anni di mandato non aveva saputo sostituire quella dantesca burella con una comoda carrozzabile. E il deputato, che pochi metri sotto sentiva e rideva, era· Ferdinando Martini. Dritto, &Velto,a malgrado fosse vicino ai settanta, calava giù di balzo in balzo, passava di masso in masso con l'agilità e la sicurezza del cacciatore. Il Martini, avvicinandosi ]e elezioni, aveva plaudito alla gita degli Amici dei monumenti alla pieve di Gastetvecchio ed a San Quirico, per farsi rivedere in quelle remote plaghe del suo collegio; ma al banchetto, per risparmiarsi il discorso, aveva indotto il Rosadi a parlare di quella legge per le Antichità e Belle Arti, che anc6ra attendeva d'essere di– scussa in Senato. Il Rosadi però, più che trattare della legge, s'era di– vertito a motteggiare su quella, gita di propaganda collettiva, e più sul tema della carrozzabile, che i sanquirichesi chiedevano da decenni (e men– tre parlava neppure immaginava che ira di Dio sarebbe stata poi la mulattiera) accennando maliziosamente a, quella specie di pallottolaio, che dalla stazione di Monsummano portava alla villa Martini. Così che il Martini con spasso grandissimo di tutti noi, era stato costretto :oi,d alzarsi ed~ dire: - Evidentemente l'onorevole Rosadi si sente malsicuro nel collegio di .San Giovanni, e cerca di portare la sua candidatura uel mio; ma io .... - Ed era stata una festa,.

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