Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

LE BIBLIOTEOHE ITALIANE. I. La nazione che ha più diritto di parlare di Biblioteche, perché primamente in essa sorsero e in essa sino dai più lontani secoli si svilupparono e :fiorirono, è l'Italia; e al contrario, se guardiamo all'attuale organismo bibliotecario, la, nazione che non ha anc6ra - risolto pratica.mente e scientificamente il problema delle sue biblio– teche è proprio l'Italia. Infatti nel secolo XIX quasi tutte le na– zioni europee, quelle almeno più colte e più importanti, giunsero ad un assetto definitivo e rispondente alla loro cultura, alle loro idealità e ai loro bisogni; solo l'Italj.a non giunse, o non poté giun– gere, ad una soluzione soddisfacente per il criterio generale che sovraintende a tali istituti e per le finalità che il paese nostro deve prefiggersi. L'Italia invero ha dovuto affrontare difficoltà assai maggiori che non le altre nazioni ; a cominciare dal fatto che solo dopo il 1861 poté occuparsi del problema nel suo complesso. Ma quel che più ostacolò una sistemazione armonica e organica rispetto alla conse– guita unità nazionale delle biblioteche italiane, fu il loro grande numero, la loro diversità, la loro distribuzione topografica. Nessun paese, infatti, ha tante biblioteche (dico biblioteche antiche o tra– dizionali, e non di quelle popolari di istituzione recente) quanto l'Italia. 'Le principali città dell'Italia settentrionale e centrale ave– vano, sino dal principio del secolo XIX, le loro biblioteche, molte costituite col materiale delle corporazioni religiose soppresse per disposizione napoleonica. Quando poi venne la seconda legge di sop– pressione dell~ corporazioni del 1866, allora può dirsi che ebbero biblioteche, o «cumuli>> di libri, da conservare, tutti i Comuni entro il territorio dei quali eranvi istituzioni religiose, fornite, come quasi sempre erano, di raccolte di libri. Il decreto del 7 luglio del 1866 di– sponeva infatti che i libri, manoscritti, documenti, archivi ecc. delle– corporazioni soppresse si devolvessero a pubbliche biblioteche del luogo. I rispettivi Comuni si assumevano l'obbligo della conserva– zione e della iscrizione in bilancio di una somma per l'incremento BibliotecaGino Bianco

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