Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

Parcenévoli 553 - Ohe so? Uno sposalizio. Tu sposi la Barabina, e il pranzo sia un pranzo di nozze. - Sp<;>sare?Ohe c'entra con la mangiata? - E io ti dico e ti ripeto che se non sposi la Barabina, noi non veniamo a mangiare. - E non venite. Ci faccio un guadagno. - Avete sentito? Pirchio-spilorcio, è per non fare di grosso. Da quel momento il povero Palon non ha pace. In mercato, in pescheria, fin nelle barche e sul mare lo deridono perché non sposa la sua Barabina, e gli dànno del pirchio-spilorcio perché rifiuta un pranzo o una cena di nozze ai suoi migliori amici che, seduti a tavola, hanno il torto di non contentarsi di briciole. Senza una fe– sta qualsiasi, una mangiata non è una mangiata. E qual cosa più d'uno sposalizio rende solenne un convito? I parcenévoli erano tutti sposati regolarmente, ma a sentirli sarebbero stati prontissimi allo scambio d'anelli nuziali per far piacere a cari commensali. E poi l'amico Palon aveva fama d'anfitrione troppo modesto, e la donna era ancor più guardinga: senza la garanzia del matrimonio non s'era sicuri d'una bella mangiata in casa sua. Ragionava male il si– gnor Pesce Fritto? Avevano torto gli amici? · Volevano la garanzia. - Va bene, - disse :finalmente il brav'uomo che tirava fuori anche i quattrini per il parone del « Orocifiss<;> )). E aggiunse piano come a sé stesso: - La sposo. Ti sposo, - ripeté quasi con lo stesso accento alla donna. E la donna si volse a, guardarlo stupita come non potesse credere a questa specie d'alzata d'ingegno, del marito che vuole sposare. Ma che cos'era questo? Era amore? Parve in seguito capire insieme e allibire. Non sarebbe mai più andata per serva in un'altra casa, non si sarebbe messa a, fare la « pu >>?Gliene restava un senso come di strazio: e poi l'allegria, vestirsi bene, saltare e ballare. Come si fa a, farsi belle? Con le ' diavolerie d'oggi si ridiventa giovani e belle! Poteva mettersi in– dosso uno scialle, sul petto (averla!) una spilla, al collo i coralli, in bocca un fiore vermiglio, ai piedi le rosse pianelle, fra i capelli le penne di pavone o, meglio ancora, tagliarsi i capelli, come han fatto tutte le figlie dei marinai, una per una, e così essere giovane e fre– sca, aver diciott'anni, bianca e rossa che butta la brina. Bela burdela fresca campagnola .... Però avverte il brav'uomo che non c'è nulla da fare, neppure un abito nuovo, neppure un capo di biancheria e tanto meno un viaggetto : perché tutto resterà come prima. Si _voleva soltanto mangiare. Si voleva una bella mangiata, e cioè cappelletti e faraona e agnello·e porco e castrato e altre carni per i carnivori mercanti di pesce, e vini di tutte le qualità. e «albana>> di Bertinoro e « sangio- Biblioteca Gino Bianco

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