Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

Giosue Cardncci e Ottaviano Targioni Tozzetti 525 Strocchi ci ha dato, se non una traduzione perfetta, una così grande opera di stile ? E con cotesta intenzione nel buzzo, poi ci vien fvora con tanto ladri versi, pugnalando esametro per esametro il mas– simo Virgilio ? Ohe sa egli di stile poeticò, di latino, e di Virgilio cotesto facchin livornese, dispregiatore di Alfieri, oltraggiatore del Monti, noncurante del Leopardi, scimmia del Foscolo nell'orgoglio e nello scrivere barbaramente la prosa ? Come ha eglj. tanto in mano da venir a contaminare anco i campi finora intatti della imperatoria letteratura latina ? Per Dio, per Dio, ch'io non l'intendo : crepo di rabbia immensa: e mi voglio sfogare. E siccome egli vuol pro– voc01re gli avvertimenti e i consigli ed anche i biasimi degli inten– denti) e io, per provare se questo è vero, dirigerò una lettera a lui e la stamperò nell'Appendice o altrove per fargli toccare con mano quanti spropositi e improprietà abbia fatto, e quanto corra distanza non dal Caro, ma dagli altri più ignorati traduttori della Georgica, a lui. E tu te la senti d'incominciar subito a tradurre in versi (al modo con cui traducono i classici, intendi ?) la proposizione del– l'opera e la dedica e le laudi ad Augusto, pezzo dall'Orlandini rejetto e da l1ti chiamato col nome di vitupero e dall'Heyne stimato uno de' più insigni tratti delle divine Georgiche? Te la senti? E io, lasciati da una parte Orazio e Properzio, incomincio a farci il comento? e lo stampiamo a luglio, e proviamo all'Orlandini che non è un vituperio l'encomio da P. Vergilio Poeta,romano fatto a Ottaviano Cesare Augusto, X volte console, più di XX volte pro– clamato imperatore, tribuno perpetuo del Pop. rom., pacificatore della Repubblica, ampliatore de' confini dell'impero, Padre della Pa-trià? Io per ora lascio ogni altro pensiero : ma tu a Giugno devi) per Dio, stampare il tuo Properzio con i lavori che tu e Gar– gani ci avete fatto su, per insegnare a questo bagascione come si trattano i latini: e mi maraviglio che tu non l'abbi fatto in questo mese, prevalendoti dei diritti che tu avevi per una promessa da P. Thouar fatta a te e a me. Adunque mi preme che tu mi risponda sùbito su questo: e vedi che se tu non mi rispondi subito tu mi rovini, perché io farò come i bambini e le donne, starò ozioso e stizzoso :finché tu non mi abbia detto di sì ; e addio esame ! Felice ti saluta, ti ringraziò, è contento della prosa, nella quale però non vorrebbe veder comparire nella firma il D'•. Suo padre, égli dice, è migliorato da jer mattina a questa parte : e anch'egli Felice è più lieto. - Moschini, carissimo giovane, si lamenta forte. di te · e teme non la gloria di letterato ti abbia fatto dimenticare ' . . . lui-non letterato, ma della letteratura e d1 te amantiss1mo, e, caro mio te lo dico, ti dà del porco per tre volte. Or dunque vogli scrivere e a lui e a me uomo di dura cervice. Gargani che fa egli? mi par mill'anni di vederlo: digli se ha bisogno che io gli faccia alcuna cosa avanti che e' venga, me lo BibliotecaGino Bianco

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