Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

Giosue Ca1·ducci e Ottaviano Targioni Tozzetti 519 samente la lettera sul .:MarRosso, la quale però desidero di stam– pare con poche parole mie di prefazione e come giunta tua al_mio lavoro. Ho caro e mi rallegro che tu abbia pensato alla Canzone pel busto di Leopardi, e se tit parli di Leopardi non puoi parlarne che benissimo. Ho finito e mandato a Thouar la Canzone pel busto d'Alfieri 1 ). Ti copio qui le ultime strofe, e dopo la traduzione greca, migliore che abbia io potuto, del tuo proverbio : e fai un saluto per me a quella tua leggiadrissima canzone alla Luna, non dimen– ticando però .di cangiare un accorcla ché tu ci hai e che non è di lingua in un assenti che tu medesimo bellamente proponesti 2 ). Ec– coti .il seguito della Canzone, dal verso ultimo di quelli che in un'altra mia ti inviai. _Or ch'è finita, il tuo giudizio per lo sottile: e ciò per giovarmene quando proprio si abbia a pubblicare. Ecco la traduzione : 'O uvid.oç µaueòç èyyv-r:m:o')IOetU')IVSl iÒ')I oµfleo')I = cioè Orbis remotus promimum indicat imbrem. Ora dopo tante interrogazioni che in principio della tua passata mi facesti, permettine due a me su la fine della presente. Che è de' lirici ? Che della ricerca intorno agli studii di matematiche e agronomia? - Addio, mio caro Ottaviano : e in fretta, sono Mio caro Ottaviano, Tuo aff.mo GIOSUÈJ. Bravo, bravo, per Dio. Hai steso una lettera ed eruditissima e magnificamente ra-gionata. Ma, per Dio, nello stile hai tirato via a furia, a gran furia, a vapore. Onde perdonami, se, a seconda di quello che mi dicevi, mi sono mostrato. dispotico; s'intende, sempre in fatto di stile, che nel fatto de' pensieri e dell'erudizione né ho da metter mano né vorrei mai metter mano. Ma, Dio sagrato, mi dici quel che è successo de' fogli miei su' Ca– libi, i quali non sono anc6ra, no, a Radicofani ? Di' al Cellini che abbia la bontà di tirarne un'altra copia: e la rivedrò io in Firenze. 1) Pubblicata dapprima nelle Rime sanminiatesi (1857), p. 47. Vedi Opere, VI, p. 141. La canzone non uscì nell'Appendice, come erroneamente afferma D. FERRAR! nel suo co=ento agli Iwvenilia (Bologna, Zanichelli, 1930, fil, p. 43). Cfr. la lettera al Chiarini, Lettere, I, p. 24. 2) La canzone del T. T., che è tuttora inedita, si conserva manoscritta nella Bibl. Carducci. Soltanto alcune strofe furono pubblicate nel bizzarro opuscolo nuziale Gamilionzìtisis C~ozze Tre,es-Semana, Ferrara, Bresciani, 1880, pp. 9-10). BibliotecaGino Bianco

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