Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

LIBRI. / Verdi Intimo - Carteggio di Gvuseppe VenU con il conte Opvrandino Ar– rivabene (1861-1886), raccolto e annotato da ANNIBALE ALBERTI,con prefazione di ALESSANDRO Luzro. - Mondadori, Milano, 1931. L. 30. Da parecchi anni, si può dire anzi da subito dopo la guerra, si sente parlare di una ripresa verdiana (di una Verdi-Renaissance, poiché le notizie ci vengon sopratutto di Germania). Il numero delle rappresen– tazioni di opere sue va crescendo di stagione ìn stagione (le i.tatistiche dei t(\atri tedeschi pongono il Maestro italiano in testa, sotto questo aspetto) e melodrammi che sembravano ormai destinati al completo oblio, ricompaiono sulle scene,· magari un po' ringiovaniti artificialmente e trasfigurati da fantasiosi scrittori o regisseurs. Macbeth, Luisa M'iller, I Vespri Siciliani, La Battaglia di Legnano son tornati a vivere o stanno per rivivere dinanzi ad un pubblico che mode gusti abitudini del recente passato face,vano supporre si lontano dalla sensibilità verdiana. Quanto di intimo, di sentito e di duraturo vi sia in questo movimento di sim– patia, non è dato valutare per ora; ma è certo, tuttavia, che molti fattori negativi vi hanno parte: dispetto contro il troppo teorizzare di molti artisti moderni, contro l'intellettualismo nelle sue molteplici incarna– zioni; e, nel campo pratico, necessità di alimentare il repertorio operi– stico, poi che non pa,r più possibile rinnovarlo. Accogliamone per in– tanto i risultati, augurandoci che i nuovi frutti critici, recenti e pros– simi, riescano a porre con rigore e con chiarezza il problema di gusto e d'arte ch'·è insito nell'opera di Giuseppe Verdi. Ogni giudizio critico, sottratto alle influenze extra-estetiche che sinora furono spesso in gioco e talora predominaròno, mentre gioverà ad illuminare la personalità del– l'artista, darà al pubblico il modo di orientarsi nell'abbondante produ– zione verdiana, sceverando il grano dal loglio e risolvendo innanzi tutto l'a-pparente assurda antinomia che s'è venuta creando fra un Verdi-tutto fuoco, irruenza, passione incontenibile, paesano sino alla rozzezza e antiletterato per istinto, - quello insomma del Rigoletto, del Trovatore e della Traviata, - e un altro Verdi, rasserenato e olimpico, riservato e contegnoso, uomo di studio e di lettere, più profondo e minuto psico– logo e più agguerrito musicista, --=- quello, il lettore l'avrà già indovi– nato, dell'Aida, dell'Otello e dPl Falstafj. Pensiamo alla posizione assunta da un Della 0:Jrte che, attento so– pratutto alle corrispondenze ed ai rapporti fra parola e musica, cerca nella maggior complessità dell'elaborazione riflessa il segno della per– fetta maturità verdiana, e da -un Casella che implicitamente subordina tutta l'opera Yerdiana alla conclusione Falstafj, in contrapposto a quella di un Pizzetti nel quale, pur con tutta l'ammirazione per le tre ultime

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