Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931
Villa Beatrice 603 proprio al suo inimo, si sarebbe messa distesa, immobile. E se cedeva e si metteva cosi, allora provava una sensazione strana : i nervi non obbedivano più. Ella pensava: ora. alzo questo dito; e pensava di dare il comando: e il comando non era trasmesso: c'era un'interruzione: il dito restav:;Lfermo. E questa interruzione, quasi di corrente, tra il cervello e il resto dei nervi, questa tacita, inerte disobbedienza al cervello le dava un torpore ch'era uno sprofonda– mento. A ogni comando - fioco comando in cui già mancava la, sostanza della volontà -, a ogni comando dato e non obbedito, una pena al cuore : il comando e il rifiuto eran sentiti dal cuore : era. lui che scontava. Eppure, restare ancora cosi: ancora; e aspet– tare cosi... : che cosa aspettare? Era l'idea di codesto "che cosa", non che le desse spavento, ma che la rimordeva, come rimorde la co– scienza di un peccato ; e allora - e il cuore le dava un tuffo - rea– giva mettendosi a qualche lavoro. <Maera come se dopo essere stata supina nel fondo d'una dolce barca cullata da un mare sognante, si arrampicasse ora per la riva ripida. Dunque ella aveva di rado occasione di andare con Barberina : quelle rare volte pareva che la bimba studiasse tutte le vie per non andare per la mano a ]ei, e a,ppena vi si trovava costretta, cercasse il mezzo silbito per liberarsene. Beatrice se n'accorgeva: vedeva la bimba, se obbligata a rimanere un po' più di tempo con la manina nella mano sua, far come fanno i fiori di ea,mpo tenuti in mano; sentiva, proprio sentiva, la manina ammencire : e Beatrice stessa al– lora apriva la sua, come si dà la via a un 'piccolo essere fatto prigio– niero e a cui si sente che viene meno la vita. E a Barberina talvolta veniva fatto, nella sua innocenza, di trarre un sospirone. · « Corri. va', corri ! )) : trovava la forza, Beatrice, per dire anche codesto. Talvolta anche aveva cercato di prender parte ai balocchi della bambina. Ma aveva così poca esperienza di balocchi e di giochi ! Il giorno in cui la nonna Isabella aveva portato la prima bambola a Barberina - e Barberina era rimasta sen;,;a respirare e poi aveva fatto le gote di fuoco e la nonna, aveva dovuto metterle in braccio la bambola e allora lei se l'era stretta, stretta, al seno e aveva posato un bacio silenzioso e lungo sul capo dai riccioli di canapa, - Beatrice aveva avuto la conferma di tante cose, la spiegazione di tanti perché. Anche a lei qualcheduno - chlifosse stato non se ne ricordava nep– pure - aveva portato, una volta, una bambola: essa l'aveva presa e posata : dove '? Si ricordava di questa bambola grande rimasta per tanto tempo nell'ultima cassetta del cassettone, questa bambola grande distesa supina, ancora col camicino di velo insaldato come o·liel'avevan portata, con quegli -occhi celesti fissi, con quel riso :tupido, le gote rubiconde. Dov'era andata a finire? Chi sa che non ci fosse rimasta nell'ultima cassetta di quel cassettone lasciato nella camera sua' di ragazza : si ricordava l'impressione odiosa tutte tbliotecaGino Bianco
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