Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931
Villa Beatrice· 601 sazioni prime. Ma anche gli estranei, quelli che la vedevano per la prima volta, erano portati alla carezza e alla benedizione. « Dio la benedica ! )) veniva dal cuore dei vecchi e delle massaie, dal cuore dei poveri; e mani callose e mani accattanti avevano un tremore accennando la loro carezza sul capo felice, mentre le anime si apri– vano a un soave rimpianto di verginità. Romualdo poi, dopo quel che aveva sofferto, e Dio solo lo sa - l'idea della gobhina, affacciatasi già nel tempo della gravidanza, tornata poi come una minaccia vera -, ora, passata ogni appren– sione, dileguato ogni timore, provava quella troppa gioia che fa male al cuore come l'angoscia. E Ba,rberina ogni giorno di più mostrava che sopra tutto, :-:n tutti, il babbo era nel Ruo cuori– cino, e il posto della più grande felicità le ginocchia paterne. Ella metteva il ditino sulla palpebra dell'occhio che anda,a per conto suo, quasi a richiamarne diritto lo sguardo. E Romualdo : - Di' al babbo c9:µ1.esi chiama quest'occhio. - Ottio pìo. Gliel'aveva insegnato lui: e alla bimba il nome era piaciuto molto. -e- E tu come ti chiami ? - Babbeina. - Bahbeina vera, piccola babbèa ... : Barberina ! La· bimba rideva e gli tormentava i baffi.. - E io? • - Aldo. -Aldo. 4nche sua madre lo chiamava Aldo. Era rimasto il bello del nome, il brutto era andato via. Aldo! L'amore riduce :figure e nomi ponendo in foco quello che è bello, lasciando in ombra quel che non piace. Aldo .... Dunque, se egli era chiamato così, era anche visto come l'amore vede: l'amore non sa vedere che il bello. E se la stringeva e cullava la sua Barberina. E poiché ella era andata sulle ginocchia del babbo a riposarsi del gran moto fatto, adagio adagio la stanchezJa le veniva a galla; e Barberina sentiva prendersi da un languore dolce. Abbandonava la testa sul petto del babbo e s'addormentava. S'addormentava con un baffo di lui stretto in una manina. È il babbo allora, con grande attenzione, in punta di piedi, la portava- su in collo e l'adagiava sopra il lettino, attento, nello sfilare il baffo dalla manina, a non risvegliarla. ibliot~ca Gino Biéinco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy