Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931
444 L. Ginzburg matica, che adopera una lingua convenzionale e ipocrita, mentre i campi avversi in esAa rappresentati si preparano febbrilmente alla lotta)). Così si realizzava quello ch'era stato impossibile alla caduta della monarchia, quando tutta l'ossatura amministrativa dell'im– pero era anc6ra in piedi : a poco a poco, e come insensibilmente,- il proletariato s'impa-droniva del potere. Benché le loro teorie indu- 1:;esseroi capi del Sovièt di Pietrogrado a patrocinare l'idea d'un governo borghese, il loro prestigio e il potere reale che avevano sulle masse li obbligava a intervenire nelle questioni di ordine pub– blico. Il 21 aprile, quando anche le truppe cominciarono a unirsi ai dimostranti che protestavano contro l'atteggiamento imperiali– stico del Governo Provvisorio e della borghesia, essi .furon costretti a ordinare: « Senza un appello del Comitato Esecutivo in queste giornate d'agitazione non uscite nelle strade cori l'armi. in mano .. Solamente il Comitato Esecutivo ha il diritto di disporre di voi)). • La diarchia che s'era stabilita a Pietrogrado fin dai primi tempi della rivoluzione, sì che il Governo Provvisorio e il Comitato Esecu– tivo del Sovièt, spinti più dalla forza delle circostanze che da un antagonismo dichiarato, invadevano l'uno il campo d'azione dell'al– tro, s'avviava verso il suo supe~amento col prevalere dell'organo rivoluzionario. I liberali tentarono un'altra via d'uscita da questo contrasto, e, malgrado gl'inevita,bili sospetti che s uscitava in loro una così stretta collaborazione, attrassero i ca.pi del Sovièt, menscevichi e socialrivoluzionari, in quella che fu la pri ma coalizione, costituitasi al principio di maggio; ma, mentre la borghesia dovette rinunciare allora al suo capo riconosciuto Miljukòv, considerato responsabile del linguaggio imperialistico del governo, la collaborazione socia– lista non significò affatto l'eliminazione del Sovièt dalla vita pub– blica. Non potendo imporre un loro indirizzo rivoluzionario alle decisioni del potere esecutivo, menscevichi e socialrivoluzionari si confusero con i liberali nell'opinionè delle masse, che finirono còl contrapporre ai « patteggiatori )) il partito, più genuinamente rivo– luzionario, dei bolscevichi. Di questo progressivo affermarsi del Sovièt Trotskij ha fatto, come già s'era notato, il concetto informatore del suo libro, 'pur i;enza formularlo mai di proposito e con la chiarezza con cui noi ~'èc cercato d'esporlo, tanto più che lo distraeva il desiderio polemico di considerar possibile fin dal febbraio un governo socialistico del proletariato, che solo l'inframmettersi di elementi piccolo-borghesi avrebbe differito : deviazioni spiegabili con gli scrupoli di chi pro– fessa d'esser marxista, benché avverta egli stesso, nella prefazione speciale dell'edizione russa, che «il lettore ha dinanzi a sé sopra– tutto una storia politica della rivoluzione)). Solo sotto un aspetto politico, del resto, potevano esser viste que- BibliotecaGino Bianco
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