Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931

TESORI NASCOSTI. Avevano detto all'ingegnere Glaus che a mezza, costa del Monte 1,argo c'era una cava ùi piombo argentifero, una specie di miniera, abbandonata appena al suo inizio per la morte del proprietario : la vedova di questi, e una sua giovane figlia, abitavano anc6ra lassù, nella casa che, solo per pochi mesi, ne aveva formato la Dire– zione; e aspetta.vano che qualcuno si p,resentasse a riprendere i ]a– vori di scavo. Ecco dunque il signor Glaus in viaggio, fermamente deciso a ten– fare un'ultima speculazione nella piccola isola che lo aveva atti– rato da lungi come una sirena, e come una sirena lo aveva costan– temente ingannato: sebbene, a guardarlo, alto e ossuto come egli era, rosso di capelli e di carnagione, sembrasse uno di quegli uomini di conquista che non fallano mai. Gli occhi, però, per il loro limpido azzurro d'acqua-marina, smorzavano d'impeto il suo colore san– guigno, e rivelavano l'indole benevola di lui. Conosceva tutti i meandri dell'isola,, per averci egli stesso co– struito ponti, argini, proseguimenti di strade abbandonate per le difficoltà del luogo: quindi si diresse a cavallo, solo, senza chieder nulla a nessuno, scegliendo la strada che gli sembrava più breYe, verso la casa della miniera abbandonata. Era di maggio; un maggio però malaticcio, freddo, più. triste del nudo orgoglioso gennaio : caduti i fiori dagli alberi, questi si erano coperti come di un folto vello verde per ripararsi dagli scrosci intermittenti cli pioggia e di grandine, e dal vento tra– ditore. Dopo le vigne e i poderi, verso la marina, la terra incolta, con le sue chine pietrose vigilate solo da grandi querce, pareva ribellarsi ai capricci della stagione: fra una roccia e l'altra le eriche ride– vano al vento, e i primi fiori della ginestra !3iaccendevano meglio ai suoi soffi. E adesso, invero, il respiro dello soiroooo fresco, che saliva dal mare, dava anche al viaggiatore un senso di piacere. Nel sollevare gli occhi ai cielo, per la prima volta dopo molto tempo, ~ nel vedere le nuvole farsi color carne, e sbranarsi diradandosi, egli pensò alla Strage degli Innocenti. Si, adesso, ritrovava anc6ra 25 . .:_ Plou,;. iblioteca Gino Bianco

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