Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931

VISITA n:mI OOLLEGHI GIAPPONESI. Rincasando, ho trovato due biglietti da visita, con i nomi trascritti nel nostro alfabeto e le qualifiche in tedesco, << professore straordinario di filosofia europea», « insegnante di lingua tedesca nel ginnasio supe– riore» ; e insieme ho trovato la lettera di presentazione e di raccomanda– zione, breve e fredda, di un professore di Heidelberg, che per lo più scrive abbondante e quasi frondoso, caldo e persino patetico, come fanno i Tedeschi di certa età e di certa cultura. Hanno lasciato detto che ri– passeranno più tardi. Io li aspetto con curiosità, e cerco di ricorda.re al– tri Giapponesi incontrati molti anni or sono in çasa di un gran maes tro di di-ritto, a Gotting.a. Quelli non erano, nonostante il vestito, molto europeizzati : la loro cortesia troppo ossequiosa li allontanava; finché uno di noi parlava, tiravano per tutto il tempo il fiato a sé rumorosa– mente, che era, mi spiegò non so chi, il « verso d'attenzione». Quando li richiesi di notizie sulla loro politica, sulle loro condizioni sociali, si scu– sarono che non se ne intendeva,no, che non erano informati. Non po– teva esser vero, perché studiavano tutti legge e scienze politiche, e uno di loro era fratello di un ministro. Ma per menzogna era troppo inabile: anzi non era nemmeno una menzogna,, perché non mirava a ingannare, ma un rifiuto, vestito di forme cortesi, che aspetta di essere inteso senz'altro da un interlocutore fine. Dir francamente di no, è ritenuto scortese in tutto l'Oriente, e l'Oriente per questo rispetto giunge molto in qua verso Occidente, sulle coste del Medherraneo. È questo, insomma, un • segno di civiltà: i Fiorentini sono ritenuti finti da citta,dinanze di tra– dizione meno antica, perché non dicono chiaramente una verità spiace– vole; i concittadini e i corregionali intendono. subito i loro accenni, e non s'immaginano neppure che quelli li abbiano voluti ingannare. Ritornarono la sera. I vestiti europei gli stavano male addosso, ma le maniere èrano europee, tedesche. Niente « verso di attenzione», ma, mentre si presentavano, un inchino repentino, un abbassarsi a scatto della testa: il nome era profferito proprio nel momento in cui questa era più giù. Un mio collega che ha osservato questo modo d'inchinarsi negli studenti tedeschi, lo chiama il tuffo; una vecchia signora romana mi disse un giorno di un amico tedesco che le avevo portato in casa : « Me pare 'na civetta sur mazzolo ». Siedono e li osservo: dianzi nella. stanza d'ingresso, dove ero andato a incontrarli, mi erano parsi uguali, BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy