Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931

474 B. Oicognani Un rimescolamento, una palpitazione e una voglia di piangere. Piangere. E appoggiato il braccio, a cuscino della faccia, contro lo stipite della :finestra, pianse disperatamente. Pietà di sé, della nuova creatura: pietà anche per questa, non più ostilità, in quel mo– mento; e un desiderio: il desiderio, lei, di morire. Sentiva - per– ché lo sentiva? - che fra lei e quella creatura che s'era staccata da lei non ci sarebbe stato legame - e questa era una cosa anche· più terribile dell'ostilità - ; e allora, una volta che era co~ì, lei morire. E si augurò di morire nel darla alla luce: sarebbe stato il solo dono, la sola grazia che Dio le avrebbe largita: morire nel dare alla luce una vita nuova : una vita che ella sentiva - e anche questo era un dono - che non avrebbe di lei avutò nulla : « Dio mio, ti ringrazio; ma fammi morire, fammi la grazia, quel giorno,' di farmi morire ! >>. Quando era andata di là, nessuno s'era accorto che ella aveva pianto; e lei non aveva detto nulla ·di ciò che aveva sentito. E quando la signora Iginia, nell'esplorazione: ((Per bacco, si muove.... Ma come ? Lei deve av:erlo sentito muovere digià ! >>, ella accennò col capo di sì, ma non proferì sillaba. E la signora Iginia era rimasta quasi esterrefatta da un'indifferenza così contro naturà. Maurilla era tornata : sola, senza portarsi con sé nessuno dei nipotini: ·grosso dolore per quelli ai quali sarebbe toccato, se– condo il turno, di andar dalla zia. Ma ella dal marito era stata tenuta al corrente òella grav.idanza di Beatrice, e aveva pensato che sarebbe stata utile vicina a lei: e per codesto aveva bisogno di non avere ragazzi ai quali accudire. Aveva anzi scritto una lette– rona a Beatrice, condividendo le trepidazioni, le ansie, le speranze, i sogni che ella immaginava dovesAero costituire lo stato benedetto di lei : letterona che Beatrice non :finl neppure di leggere. Era tornata e veniva a far compagnia, a colei di cui invidiava la sorte : la guardava come una creatura, per concessione del cielo, fatta divina : le brillavano gli occhi e in ogni domanda c'era un fremito di partecipazione a nn'immaginata felicità: sia pure una felicità fatta d'apprensioni e di turbamenti, ma così grande ! Poter guardare ad un giorno in cui la vita portata dentro di sé, nutrita di sé, esce e si vede davanti, si stringe, piccolo, mor– bido corpo di carne innocente : le tremava il pianto in gola. ((Come son grulla, scusami, come son grulla!)). -'E Beatrice la, guardava come si guarda una felicità ignota, negata. Veniva ogni giorno : era lei che dirigeva i lavori del corredino. Portava i modelli : eran i piccoli lini, i buffi piccoli lini che sta– vano ad aspettare da tanto nel cassone di camera sua: un po' in- BibliotecaGino Bianco

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