Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931

276 Lettere di Edoardo Scarfoglio a Olga Lodi Ossani giorni), io non ho un ininuto di pace. E nella mia anima si com– batte la più :fiera battaglia 0he l'abbia agitata mai. Voi sapete se io abbia avuto un'esistenza avventurosa, e se i casi più strani e dolorosi e le più grandi tempeste abbiano mai fatto battere il mio cuore d'una pulsazione di più. Ebbene, io sono irriconoscibile. Io non posso più né leggere, né scriivere, né pensare. Tutto il mio mondo interiore è occupato e oppresso da un pensiero solo, osti– nato, irremovibile : rivederla e riaverla ad ogni costo. Invano tutto quanto v'ha anc6ra in me di buon senso, di equità, di lucidità sta– bilisce dei paragoni fra le due donne, mi addita !"enorme differenza che passa fra quella lontana e quella vicina, mi ordina di non sacrificare quella che mi 3ima da sette anni e che mi amerà sempre con tutte le forr,e della sua vita, e quella che non ha probabilmente se non un capriccio passeggiero. Tutto ciò non serve a nulla. Io non so decidermi a romperla, a partire, ad andare a cercare nei prodigiosi occhi a.zzurri e sul cuore sicuro della mia Poupée l'oblio di questa ubriacatura terribile. lo sento che Reciò facessi, porterei nel sangue e nell'anima il ricordo ardente e lancinante dell'altra, ed esso avvelenerebbe il nostro amore e lo renderebbe caduco. Sento pure che un giorno o l'altro, rivedendo l'altra, non potrei di- . fendermi. da lei, mi lascerei riprendere; e questo sarebbe fonte di gravi cose. , Tutto ciò è aggravato da urta circostanza capitale. Fra pochi giorni il tribunale pronuncerà una sentenza di separazione fra me e Matilde, chiesta per mutuo consenso. Io sono dunque completa– mente libero, sono solo, ed ho bisogno più che mai di riempire la mia vita tl'un po' di poesia e di dolcezza. Ora, io domando a voi, amica mia, che avete tanta esperienza delle cose del cuore e che potete giudicare freddamente. Dov'è ]a via buona in mezzo a tante complicazioni ? Dove debbo dirigere la mia prora ? Da quale parte posso sperare di trovare, non dico la felicità, ma il minor dolore ? Scrivetemi con tutta sincerità, percilié io mi aggiro in una densa oscurità, e soffro enormem~nte di queste crudeli incertezze. Una cordiale stretta di mano dal vostro fedele IL MA'l'TINO NAPOLI Cara Olga, XXIV. EDOARDO. Via Giovanni Bausan, 65. Rispondo sùbito alla. vostra lettera, perché al solito siete ·sopra una cattiva pista. Non sono io che voglio la cosa grave, la sciocchezza, come voi BibliotecaGino Bianco

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