Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931
274 Lettere di Edoardo Scarfoglio a Olga Lodi Ossani IL MATTINO NAl'OLI Cara Olga, XXIII. Martedì. Avrei voluto venire a Roma, per sottoporre al giudizio del vostro tribunale psicologico un caso dei più complicati e dei più crudeli, che travao-lia il mio cuore da parecchi giorni. :Ma l'agitazione stessa o 1 . in cui vivo paralizza la mia volontà, e non riesco a trovar 'energia di far chiamare una carrozzella e di andare alla stazione. Vi espongo quindi per iscritto succintamente i termini del pro-– blema e vi supplico di studiarlo bene, con intelletto di donna e con affetto di amica, e di' darmi un consiglio. Cr,edo di a1Vervidetto qualche volta che io amo passionatamente una donna ideale sotto tutti gli aspetti : bellissima, piena d'inge– gno: piena di grazia,, colta, dotata di un'anima pura come il dia– mante e diritta come una spada, d'una sensibilità senza esempio, e che mi ama da sette anni perdutamente. Ed ella non ama già il mio cervello, perché non capisce una parola d'italiano, non ha mai letto una riga mia, ed ba un sovrano disprezzo per tutto ciò che è ita– liano; ma ama la mia persona, il mio corpo, le mie mani, la mia bocca, i miei capelli che cadono, i miei occhi deformati che mi ha costretto a far riparare alla meglio con tagli crudeli e innesti di pelle. Questo amore ha resistito a tutto. Sette anni fa abbiamo passato un anno insieme; poi io, seccato di questo elemento che prendeva troppo profonde radici nella mia vita, proftttai d'una sua assenza per prender meco un'altra donna. Allora ella fu costretta dalla necessità a cercarsi un amante, e per cinque anni è stata una delle più belle, delle più eleganti, delle più ric<'Jlree delle più in– vidiate demi-mondaines di Parigi. E anche, la più casta e più fedele di tutte. Durante questi cinque anni, il nostro amore non· è venuto mai ineno. Ogni tanto io venivo a Parigi, ogni tanto ella veniva in Italia. Nel luglio del '900 il nostro ineontro, inframmez– zato da episodii drammatici che sarebbe troppo lungo raccontarvi, ebbe il vero carattere d'una grande .e deftnitiva ripresa di possess0 reciproco. La passione scaturì con violenza inaudita dalle nostre anime e dai nostri sensi. Noi ci giuramino di riunirèi per la vita e per la morte. E per quindici mesi di seguito, abbiamo vissuto d'una sola vita, ora io a Parigi, ora ella in Italia, correndo da per tutto, per terra e per mare, la mano nella mano, la bocca sulla bocca. Noi abbiamo avuto dei µi.omenti, nel mio appartamentino della Rue du Oirql!e, e nelle foreste fiorite e sulle riviere torpide che a;vviluppano Parigi, e sulle torri del castello d'Ischia, e sulle coste della Spagna e della :Francia meridionale, dei momenti d'una feli– cità cosi veemente, che ci sentivamo _scoppiare il cuore nel petto .. BibliotecaGino Bianco
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