Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931
206 B. Oicognani glieva tutti i suoi veli : e il vagheggiamento aveva 'quasi una incor– porea eppure voluttuosa sensualità. Poi, per, reazione, tristezza e smania. E a divagar la tristezza, a calmare la smania, a risentirsi nuovo e felice, soltanto l'immagine vera di lei seduta al lavoro nell'aria festosa d'ottobre. La stagione, quell'anno, come dicono in campagna, era addietro: e l'uso di fattoria portava a vendemmiare piuttosto tardi che presto. Ma quando ormai l'uva ebbe fatto tutto quello ehe poteva fare e a star sulle viti anziché aumentare sarebbe scemata, còlto il mo– mento che dopo una settimana di pioggia il tempo s'era rimesso - una dolcezza di sole mite, un languore nella luminosità! - fu stabilito che all'indomani sarebbero stati·" fatti gli scelti" e dopo domani si sarebbe vendemmiato. E corse nell'aria un fremito di festa e cominciò un movimento animato per i poderi, in fattoria, nella strada, di cani con sopra botti bigoncie e barili che spandevano i primi afrori dell'aggrumatura. C'era in tutti i visi un che di giocondo, quasi di già un'esilarazione; e il sole pareva indugiare col vibrìo dei suoi raggi lungo i :filari delle viti a festoni : gonfi e maturi i grappoli occhieggiavano tra la dovizia- dei pampani. Romualdo aveva preso va,canza e aveva addosso un brio fan– ciullesco. - Verrai anche tu a cogliere, domani. Quand'era viva mia ma– dre, aveva messo Fusanza d'a,prire lei la vendemmia: come ci te– neva ! Il primo grappolo lo staccava lei; il primo paniere portato alla bigoncia era il suo. Era mattiniera, mia madre: e quel giorno era già tutta pronta al primo canto del gàllo, e scendeva con la sua pezzola rossa in capo, col paniere al braccio e le -forbici fatte arrotare apJJosta, giova.ne e arzilla come ai suoi begli an.ni. ... Oo– glieva il primo gr appolo al la vite del primo :filare della vigna sotto il giardino, e il fattore, ch'era con lE;i,allora <fava con un fischietto il segnale: e per tutti i campi la vendemmia aveva principio. Col– mato che ella aveva il paniere, glielç ·portavano - ella non lo po– teva - giù in fondo alla viottola dov'eran le bigonci~; e lei, da sé, lo vuotava ammostando poi l'uva nella bigoncia : mi par di vederla, coi pomelli accesi, dare di forza brandendo l'ammostatoio rosso in– triso di sugo. Stava lì finché non erano colme le prime higoncie; e allora, quando quelle erano per essere caricate sul carro, •tirava fuori di tasca il cannellino di paglia provvistosi fin dalla sera avanti, e tirava su il mosto, un bel. sorso del mosto dolce che già bolliva schiumoso a :fiore dell'uva calcata. Come n'era ghiotta, cara mammina .... Beatrfce, soltanto a sentir raccontare di quel tirar su dalla bi– goncia il mosto schiumoso, provava alterazione di stomaco. Eppure capiva che cosa avrebbe dovuto fare per dare al marito una con- 6iblioteca Gino Bianco
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