Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931
200 R. Cicognani mualdo .... io son mortificata .... Le mandiamo Faustina di là : qua- ' ' lunque cosa le occorra .... -- Facciano come se non ci fo'ssi; H rimaner qui non mi dà affatto noia : soltanto ò bisogno di non metter nulla in bocca. E il desinare continuò senza gioia;, come sotto l'incomber d'un peso ne·gli anii;ni: ne risentivano anche i ragazzi i quali s'erano invece ripromessi, in quel "rialto" per gli invitati, una festa; le stesse vivande di cui eran più ghiotti, Ja stessa crema coi savoiardi rosati d'alchermes ~on dètte loro il gusto attes·o: c'era là, all'an– golo, a destra della nonna Bettina, quella signora grande, silenziosa, e pallida, ferma, con gli occhi che a loro sembravan cattivi. E gli addii furono freddi. - Ma si sente bene? - Benissimo. • I ragazzi stavano attaccati in un modo curioso -alle sottane di Maurilla. 1\faurilla aveva qualcosa, si vedeva che le era rimasto qualcosà sul cuore: cercava mille espedienti per rimanere ancora· sola con Beatrice. Beatrice invece, dal canto suo, visibilmente, sfuggiva e eludeva ogni occasione. Al momento proprio del s'aluto, Maurilla, in un impeto d'affettuosità: - Perché non ci diamo del tu ? - e nelle sue mani calde serrò una mano delPospite. Beatrice lasciando inerte la mano prigio– niera: - Se le fa, piacere .... E avendo Maurilla allentata la stretta, ritìrò la mano. Maurilla restò tutta fa sera con quel qualche cosa sul cuore; e si sarebbe detto che ogni tanto le venisse una specie -di nodo alla gola. Ma al momento d'andar a letto, quando fu con Osvaldo sola nell'immensa camera: ma non pareva. più, immensa, la camera, al- lorché ella parlava:, • - Ah! Osvaldo mio, che infelice! - Ohì, mia cara? - - La moglie di Romualdo. - Perché? · - Oh! perché? Non lo so. Ma è una gr~nde infolice. _:_ Come pu:oi dirlo ? Da che lo deduci ? - :Figurati: oggi, quand'io l'assistevo e le_venivano quei rigur--. giti d'acqua - era come acquiccia - io le ò detto : « Ma non è mica per la violetta; è per altro, vero?, è per altro>>. « Per cosa?>> mi à detto; e se tu avessi sentito quelle parole, se tu avessi veduto que– gli occhi! Io sono rimasta come senza sangue. E lei à ripetuto: « Per cosa ? )), Osvaldo mio, con un tono di voce che io n'on di– menticherò mai. Ma peyché ~'à ·spos-ato, perèhé l'à sposato se.... E Maurilla non continuò : buttò le braccia al collo al màrito e lo baciò, _appassionata, su una guancia e sull'altra. BibliotecaGino Bianco /
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