Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931
Villa Beatrice 195 - Signora Bettina, signora Bettina! - E Romualdo la minac– ciò scherzosamente col dito. Il gesto voleva dire : « Ma non à ancor fatto pace il vecchio sangue col nuovo? la nobiltà vecchia con la ricchezza nuova ? )). E le baciò con rispetto la mano. - Maurilla, porta la signora Beatrice a mettersi in libertà: pensa un po' all'ospite. E voi, ragazzi, lasciatela ben avere, la po– vera zia! ,Maurilla s'.alzò di ginocchio dove s'era messa per rivestire all'Adelina la ~ainbola mentre Cecchino, geloso, le accartocciava un orecchio e ogni tanto vi schioccava dentro dei bad che la stor- divano: · - Abbia pazienza, venga, abbia pazienza. E fece strada a Beatrice. ~'uscio da cui erario andate via s'era riaccostato appena, che i ragazzi, vedendo i grandi occupati in un loro discorso, in punta di piedi guadagnarono l'uscio e silenziosamente, a gatto, riapertofo appena tanto per isgusciar via, scomparvero dietro a colei che aveva il segreto con sé della loro felicità. Maurilla aveva condotto Beatrice in camera sua : il letto matri– moniale antico basso immenso col baldacchino, due cassettoni del quattrocento imponenti, un cassone, altri mobili immensi di quella stess'epoca: eppure ancora ci rimaneva spazio. - I primi tempi qliasi mi ci perdevo. Io ero abituata da ragazza ai gusci d'ovo delle case d'ora; e queste sale, questa camera poi specialmente, che effetto! In cert'ore di certe stagioni, quando fa buio presto e ancora ci si vede abbastanza per non accendere il lume, che effetto fanno, a chi non ci sia abituato, queste immense stanze coi grandi mobili antichi! Un senso tutto speciale di malin– conia, quasi di sgomento. E a me sposina .... Ma Osvaldo è tanto buono, tanto affettuoso; e anche mi[\, suocera oh! una cara donna : ma tutto questo fa sentire anche di più la solitudine quando non ci sono figlioli. D'inverno poi, c he tristezza! Tutta questa gran casa fredda, soltanto nella sa.la da pranzo il camminetto acceso : l'impressione, dopo, a veni r nelle camere .... E dire che a rallegrar tutto., a riempire tutto, a riscaldar tutto basterebbe un frugolino nostro che scavallasse .... Beatrice s'era levata il cappello e Maurilla premurosa l'aveva tolta dall'imbarazzo di non sapere dove posarlo : la piccola clo– che era scomparsa nella capacità d'un di quei mobili enormi. - Vuol ravviarsi? lavarsi? Qui c'è la to-ilette. - Aprì un uscio– lino, girò una chiavetta: s'accese una luce. - Stia attenta che c'è uno scalino. In quel mentre, l'uscio della camera si spalancò e i due ragazzi fecero irruzione. - Perché non m'ài finito di vestir Rosalinda? - E Adelina BibliotecaGino Bianco
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