Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931

LIBRI. CARLO BA'ITISTI, Popol'i e l'ingue nell'Alto Adige . .Studi sulla latinità altoatesina. - Bempora,d, Firenze, 1931, L. 50. Risale a G. I. Ascoli, ,come il mei'ito cli avere mirabilmente illustrato i dia1etti ladini, - dei Grigioni, clell'Alto Adige e del Friuli, - così l'affermazione che nel sistema delle lingue romanze il gruppo, ladino costituis~e un'unità distinta, paragonabile per indipendenza alla stessa unità italiana o francese. L'intelletto clell'Ascoli, cli singolare energia sistematrice, era por– tato a operare tagli netti nella compatta massa lingl}istica, e, aiutando una nobile ambizione, si compiaceva di scoprire nuove entità che accre- . scèssero il numero delle famiglie dialettali. Di più, intorno al 1870 (i gloriosi Saggi ladini sono del 1873), -regnava ancçra quasi incontrastato il concetto mistico dei Romantici, riconducibile con K. von Ettmayer al fenomeno Rousseau e alla Francia, che i dialetti rappresentino· la con– tinuazione spontanea e ininterrotta, su cli un luogo delimitato e delimi– tabile con rigore, cli modi cli esprimersi schietti, semplici, pl'imiti'i,i, . scontrosamente alieni da ogni profano influsso culturale. L' ,!\scoli per– tanto doveva esser pago, ai fini della determinazione di un tipo, di rilevar l'attuale presenza simultanea, o particola1'e combinazione, cli 1m .complesso di caratteri linguistici, anche se questi, o per intero o nella maggior parte, ricompaiano poi ripartiti iri varia misura fra i tip! congeneri. Le ricerche dialettali successive, in un profondo rinnovarsi di me– todi, promosso da strumenti nuovi di lavoro e per la collabora,Zione di teorie che aderivano in maniera più stretta all'essenza del linguaggi.o, furono condotte, nella somma genera\e, con criterio individua,lizzante, e sempre con l'occhio rivolto al singolo che crea, ai luoghi d'origine, alle cause e alla cronologia dei vari fenomeni. Così si andò via via chiarendo che ciascun vocabolo, - la realtà prima alla quale bisogna guardare, e , si guarda adesso più che in passato, anche senza ~ scopo cli cavarne . leggi fonetiche o morfologiche, - ha una storia sua, un'area propria cli diffusione, e che su ta.le storia e diffusione, e perciò sulla vit_a,dei dia– letti, come vengono inte si dal senso popolar,e, esercitano efficacia con– tinua e inevitabile, agendo e reagendo, i centri di cultura, religiosi e politici, e le lingue di civiltà o letterarie. Essendosi l'indagine lingui– stica sempre più compenetrata cli storia, quando, in reazione a} ver– detto che les patois n'existent pas, il quale discendeva, dall'appuntar l'attenzione solo s_ull'espandersi delle parole e dei suoni, ci si vollero BibliotecaGirio Bianco

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