Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931
Villa Rea.trice 213 Maurilla intervenne. e regolò il turno. Dové faticare soltanto per farli smettere, ché nessuno dei due, sopportava che l'altro fosse stato l'ultimo: le ci volle. un atto d'autorità: - Ora, un pochino anche la zia ! I ragazzi cedettero sùbito e Maurilla tirò su, a lunghe sorsate, il mosto dolce-inebriante sorridendo anche con gli occhi ai ragazzi che, esilarati, saltavano battendo le mani. La sosta per la colazione. I vendemmiatori fan gruppo in cia– scun campo presso le bigoncie e Reggono in giro. Le noci sono il companatico tradizionale. Alla signora Isabella sarebbe piaciuto sedere anche lei sull'erba e far colazione col pane e le noci: « Che . cosa volete di più appetitoso ? )). Ella andava matta per il pane dei contadini: ccQuesto, è pane di grano!)). E ne aspirava l'odore e poi lenta assaporava socchiudendo gli occhi : ché odore e sapore ·eran tutt'una cosa: la voluttà della terra. Ma nella villa era apparecchiato nella, stanza da desinare per il caffè e latte. E la Raffaella aveva fatto una torta di pasta frolla con la conserva di frutta che i ragazzi divoravan già prima con gli occhi: La signora Isabella fece i rallegramenti alla " tata" ; il si– gnor Ermanno, a cui la levataccia il fresco e il moto avevano messo appetito, spalmava, scialando, di burro - vero burro di panna - targhe di pane arr()stito. Romualdo era felice come ogrii volta che a tavola era adunata gente. Beatrice non prese che una tazzina di caffè nero. · - Ti senti disgusto? - Mi sento benissimo. E non era vero.' SorReggiava con pause lunghe, e alla fin~ tenne per un po' di tempo appoggiata la salvietta alla bocca come se si fosse distratta. Anche il marito credé che si fosse distratta. - Beatrice! E ella finse di tornar presente, e cercò perfino d'abbozzare un sorriso : e invece la bocca apparve atteggiata a un che di sdegnoso e d'amaro. I primi a ripigliare i panieri e a precipitarsi fuori furono i ra– gazzi con ancòra in bocca una· fetta di torta. Dietro a loro Maurilla. - Io resto in casa: non ve n'abbiate a male. Se mai, vi rag- giungerò ,più tardi. - Dunque ti senti male ?... - No: affatto; soltanto, per me, certe cose, lo sai .... Voi invece vi divertite; io vi do più fastidio che a.ltro. Perché si devono fare dei complimenti? Sto benissimo, credete, sto benissimo: non ò bi– sogno di nulla, non vi preoccupate, non ò bisogno di nulla. ibliotecaGino Bianco ' '
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