Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931

VILLA BEATRICE. STORIA DI UNA DONNA. · CAPITOLO. LV. Il signor Ermanno e la signora Isa,bella aspettavano a gloria una lettera della figliola : sapevano pnr troppo che non ci avrebbero trovato quel che avrebbero avuto tanto piacere di trovarci : qu~lla ebbrezza che esprime lo sconvolgimento di tutto l'essere dopo il grande avvenimento: no, una lettera così non se l'aspettavano: ma, specie il babbo, stavano in apprensione perché :fin da principio del :fidanzamento avevano avuto il sospetto, il dubbio che, questa volta, l'indifferenza celasse una repulsione; e erano ansiosi di avere almeno un qualche ragguaglio, di conoscere quale fosse lo stato d'animo, _ ora, della loro :figliola. Come tutti i babbi e tutte le mamme, sapevano bene che cosa porta quel fatto che mette due esseri di sesso diverso cosi l'uno di faccia all'altro, e scambievolmente li rivela più di quanto cia– scuno avrebbe voluto: onde quell'ostilità inconscia che soltanto poi un compatimento reciproco può superare e convertire in affetto, al– lora indelebile. Come tutti i babbi e tutte le mamme, il signor Er– manno e la signora Isabella riandavano, ora, la storia loro di quel momento e senza dirselo si guardavano con un sentimento curioso risovvenendosi ciascuno di quel che aveva allora scoperto nell'altro e quasi meravigliandosi d'essere ancora uniti, marito e moglie, e , ancora avendo, dopo tant'anni, qualchecosa, in sé, d'ignoto all'altro. In ispecie lei. Perché qualchecosa lei, aveva, :fin da quella sera, come quasi tutte le donne oneste, nascosta, appena Rcopertala, dentro di sé : qualchecosa che, non per suo merito, ma-perché così aveva voluto la sorte, ness1:1-no poi era andato a cercare. tn questo caso, che coRa sarebbe successo ? Ma essa aveva sempre avuto pre– sente alla propria coscienza codesta parte di sé cui aveva renun– ziato ma che pur era il!, lei : codesto peccato in agguato ; e era stato quello che le aveva fatto sopportare tante cose, a cominciare dagli urti, nell'intimità, contro ciò che il romanticismo. suo dt ragazza chiamava «poesia>> fin, dopo, a chiudere gli occhi, e perdonare le paRseggere infedeltà del ma,rito che egli credeva a }ei ignote. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy