Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931

IL << RITORNO ALLA SEMPLICITÀ » IN ALCUNI GIOVANI COMPOSITORI FRANCESI. Uno dei fatti più curiosi e più interessanti della recentissima stori:;i, della musica è certamente quello che può dirsi il « caso Sa– tie >>; caso più unico che raro, al quale deve rifarsi chi voglia ca– pire alcune delle tendenze, e non delle meno importanti, della musica fra,nce~e d'oggi. Questo personaggio hofmannmico, contrad– dittorio e disviante come altri mai, romantico per certi lineamenti e per altri dichiaratamente classico anzi classicistico, ora sulle barricate a1l'ava,nguardia d'ogni movimento più audace, ora in disparte ad insegnare il dogma più rigoroso dell'ortodossia, oc– cupa in un mod9 o nell'altro la scena musicale dal 1890 alla morte (1925), presente o favoleggiato, ei;;altato o deriRo, ora nella polvere ed ora sugli altari, seguendo il gioco del gusto e della moda. Si poté pensare durante la guerra ch'egli fosse scomparso, tanto grande silenzio s'era fatto attorno al suo nome; la gloria di De– bussy, allora in pieno splendore, annullava il piccolo movimento di curiosità che l'autore stesso di Pelléa,s aveva contribuito per gran parte a suscitare dando veste orchestrale alle Gymnopédies. Allora Satie lavorava ad una Prinoesse Maleine da Maeterlinck; ma « dès qu'il sut que Debussy travaillait à Pelléas et a,vait obtenu, ce dont il ne s'était pas avisé, l'autorisat.ion de l'auteur, mit la Princesse Ma.leine au raneart: 'Mon vieux, se disait-il à, lui meme, tu n'as plus qu'à te taire' >> (Laloy, La Musique retrouvée). E tacque in fatti per vent'anni, e di lui si parlò come di un mito, anzi che di persona realmente esi!,tHa; della sua musica pochi sapevano per conoscenza diretta; ma gli scontenti, i delusi, gli inquieti, quelli che non s'adattavano a seguire la corrente e quelli che si trovavano sempre pronti a combattere tutto che si fosse affermato eran per Satie; non lo conoscevalilo e pur s'attendevano da lui la 'nuova pa– rola; avevano fede nel precursore. Il quale, come aveva annun– ciato quello stile che poi si disse impressionistico, doveva., più di vent'anni dopo, esser il battista dell'antimpressionismo. Ma l'opera ima in fondo non era mutata; fenomeno singolare, tutte le tendenze convivevano nella pagina musicale sotto forma di vaghi accenni di presagi, di suggerimenti, di divinazioni. Quando il Lalov scrive ~he Debussy e Satie avevano ricevuto lo stesso genio, di~entica che BibliotecaGino Bianco

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