Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931

ASPETTI DI PADOVA. C'è nei miei più lonta,ni ricordi una, città vasta e profonda, irta di muraglie e di torri massicce, bruna bruna sotto un candido . cielo d'estate, carica di silenzio, di paure, e d'una sua dolcezza triste e, non so come, materna. Tutt'attorno, il mistero della campagna, la pianura infinita; donde arrivano le vecchie mendicanti scalze, i vitellini legati sul carretto, i cumuli traballanti di fieno. Il cupo intrico delle vie e dei vicoli si spalanca all'improvviso in piazze immense, dove il sole stagna come un'acqua, d'oro, lambendo atrii e scalèe di palazzi impenetrabili. In una di queste piazze, sola ed enorme sta una chiesa: una montagna, di mattoni stinti, su cùi s'accatastano grandi cupole turchine, simili a nuvoloni gonfi di tempesta,. In un'altra, un bosco a.ltissimo dilata la sua chioma e la sua ombra su un prato rotondo; giro giro, cento maghi di sasso, mezzo bianchi e mezzo neri, tracciano strani gesti d'incantamento nell'aria beata, specchiandosi entro un lucido canale chiuso in anello. Tra il fitto delle case appare ad ora ad ora un fiume rapido e al– legro; balconi impergolati si sporgono a guardarlo, e cespugli e alberelli tremanti, cresciuti nelle crepe dei muri. Cammino, abbandonata la mano nella mano della zia Neni, sotto porticati interminabili, lungo cinte d'invisibili monasteri, per viali listati da fossi pallidi, attoniti. , Dove si va? Forse in quella casa bellissima e un poco sinistra, che ha stanze innumerevoli e pavimenti ·che lustrano come specchi; forse in quella cappellina scura, dove i ceri ardono così vivi tra grandi mazzi di giaggioli e di rose ; o.forse in quelra bottega di me– raviglie, dove stanno ammucchiati alla, rinfusa, nella penombra, te– ste di bambole e soldatini di stagno, trottol~ e marionette, e un vecchio stregone barbuto è seduto al tornio, nel fondo, sotto un rag– gio fioco che non si vede di dove scenda .... Certo; questa città ha un nome: un nome che abpiamo sempre saputo, senza che nessuno ce l'insegni. Ma dir Padova non è come dire tutto il mondo ? Più avanti, percorrendo il paese della memoria, mi trovo, non so quando precisamente; in un'altra città i la quale, senza dubbio) è la stessa di prima, ma così mutata che quasi non la riconosco . • Biblioteca Girio Bianco

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