Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931
Matilde Serao e .Edoardo Scarfoglio 39 d'idee, - non l'ebbe; da questo derivarono in parte il suo atomismo politico, i suoi atteggiamenti gladiatorii, le grandi crisi di esalta– zione e di depressione. Ora, la vita di Riccardo Joanna rientra proprio in questa sfera: essa è fotografica riproduzione d'un giornalismo polemico ed amo– rale che fiorì per un trentennio intorno all'inizio del secolo. Co– desta letteratura quotidiana non altro si proponeva se non d'essere esipressione di generica potenza, risultato d'una brutale volontà: infatti, quando Riccardo J oanna giunge all' apice della sua car– riera, non scrive più articoli, non ha più ambizioni politiche e mondane; il suo giornale, che ha raggiunto le centomila copie di tiratura, è bruttissimo; ogni suo piacere si concentra nel freddo esercizio d'un grande potere. Certamente era utile fare una rap– presentazione negativa di questo inferno, ma sarebbe stato ancor meglio scoprir le vene di bello e di buono che fortificano la quoti– diana, fatica del giornalismo. Fuori di questo significato documen– ta.rio il lettore troverà due mirabili brani di poesi~ : nel primo capitolo, «Piccolo)), ove si descrive l'ansia e il tormento precoce del figliuoletto d'un povero giornalista; e nel terzo intitolato « Ca– pelli di Sansone)), nel quale si analizza la giornata tormentosa e la gloria effimera d'un giornalista mondano ossessionato dal biso– gno di danaro, tormentato dalla vergogna d'essere povero. Per esaurire il nostro còmpito di revisori non ci rimane che fer– mare brevemente l'attenzione sul Paese di c·uccagna. In quanto alle seguenti opere di argom€nto misticheggiante, da Suor Giovanna della Croce al Paese di Gesù (1898), e a Preghiere (1920), non v'è certo da ritornare sul giudizio di Croce. Aggiungeremo, però, che insieme alle influenze fogazzariana e bourgetiana, fu la natura stessa della Serao a determinare questi vagheggiamenti mistici, fatti anch'essi di effusioni immediate, di svaghi e di digressioni fantastiche, non di veri e propri travagli sentimentali. La crisi mi– stica, confortata dall'età, dilagò senza ostacoli nell'opera lette– raria, senza tuttavia che un'influenza integratrice le facesse assu– mere concretezza d'arte. Nel Paese di cuccagna si palesa a grandi linee l'influenza della poesia dialettale fiorita a Napoli, appunto, tra la fine e il principio del secolo. E fu una influenza che i poeti dialettali esercitarono, se non con successo, e.erto con intensità maggiore a quella dello Scarfoglio. Noi riteniamo, però, che alla testa di questo gruppo di scrittori locali fosse piuttosto un Ferdinando Russo che un Salva– tore Di Giacomo; l'opera maggiore di questo poeta non è affatto dialettale; questo spirito è peculiare solo di alcuni aspetti delle sue novelle e del suo teatro, nei quali domina quel pittoricismo,· quel fotografico verismo, quel socialismo dilettantesco di cui è copia in
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy