Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931
36 A. Consiglio tavia, mentre le croci e i punti esclamativi invadono i margini, impr~vvisamente la pagiaa diviene eguale e compatta: si tratta del luoO'oirt cui si descrive, coi precedenti e gli strascichi, il duello di Sa;giorgio col deputato Oldofredi. 'l!J uno stile particolarmente ~i- , <YOroso nella descrizione di sentimenti virili veramente provati: difficilmente avrebbe potuto descrivere quella veglia prima del duello, quelle sensazioni fisiche provate prima d'incrociare il ferro, chi queste cose non avesse personalmente sperimentato. Inoltre col– pisce la figura di Oldofredi, composta con un gllsto troppo parti– colare ; essa emerge da un larghissimo periodo scarfogliano nel quale è riconoscibile il caratteristico tono strascicato e sprezzante dell'invettiva tartariniana. Risentiamolo: ' L'onorevole Oldofredi non era un frequentatore troppo assiduo della biblioteca della Camera: ci andava qualche volta per cercarvi un amico; ma non leggeva, né cercava mai libri e giornali. Dicevano anzi, le ma– 'lìgne lingue parlamentari, ch'egli non sapeva leggere. Ora, come quel giorno· entrò in biblioteca, e trovò Sangiorgio seduto davanti a un vero monte di volumi, che scartabellava opere di statistica, e sfogliava libri di economia politica,· di storia, di scienze sociali, con quell'intemperanza di ricerche e di preparazione che è propria dei provinciali meridionaH, quel fatuo anconetano ebbe un lieve sorriso di scherno. Affacciò prima il capo all'uscio, per vedere se ci fosse il collega di cui andava in cerca; poi, spinto da chissà qual nuovo pensiero, entrò sebbene 1ion avesse tro– vato il collega. Entrò, e cominciò a passeggiare in su e in giù, oziosa– mente, soffiando via dal piccolo bocchino d'ambra t rimasugli della si– garetta. L'onorevole Oldofredì, malgrado la riputazione dongioyannesca e spadaccinesca che s'era acquistata, non era né un bello,, né un forte - nomo: maochìna d'ossa, e dì nervi mal connessa, aveva in tutta }a lun– ghissima persona uno sconquasso sgradevole, nella faccia un color terreo antipatico, negli occhi una crudezza sciocca, e un dislocamento di tutte le· membra, che lo faceva parere un automa ambulante 'a caso: Sangior_gio, dal primo momento che lo vide, gli pose gli occhi ad- dosso, e ____ 1;1onp'oté più lasciarlo. Una, specie di attrazione dispettosa di- straeva il Basilisco dalle statistiche e .dai libri di economia politica e lo spingeva verso il deputato marchigiano, ch'egli disprezzava e odia;a, per un istinto misto di regionalismo, d'amante e d'ambizioso. Lo guardò fissamente intanto <QheQldofredi passeggiava, pensando con la penna sospesa s?lla ca:ta,. ~nel Donchisciotte antipatico a tutte le donne, igno– rante, sciocco, mab1le, che pure con tutte queste qualità negati.ve era sempre riusdto a farsi rielegger,e, a far parlare di ,sé, ad avere nella vita politica e nella vita mondana una:. posizione, spiccata, gli pesava sullo stOIJilaco, come uno di quei cibi indigeribili contro di cui si ha· una ripugnanza istintiva. Questo è dell'autentico Scarfoglio e, per giunta, uno ScarfoO'lio che s'è messo innanzi l'immagine di Pelice Cavallotti: quegli i-:-ag- BibliotecaGino Bianco
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