Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931
32 A. Consiglio in Panta,sia non solo questi difetti, ma sopratutto la ristretta atmo– sfera la inconsistenza del tessuto ideale su cui è tramata la vicenda respi;1gono il libro tra le opere deteriori e frammentarie, la Con~ q1tista, di Roma domina i propri difetti con una singolare potenza di concezione con un tormento e un contrasto di ideali felicemente intuiti, tr~dotto in un tono che riesce ad animare e ad assorbire persino le più superficiali macchiette. I.a Serao traduceva nel suo personale stato d'animo la passione del tempo : era un travaglio d'individui che t-umultuosamente ur– gevano alle porte del loro chiuso mondo per sboccare all'aperto ed espa11dersi in una vita, ampia e generosa; era il travaglio di una classe che veniva da sogni eroici e rivoluzionarii e che sentiva, i1 dovere di costruire, comunque, l'edificio che aveva promesso; era la resistenza passiva, d'un vecchio mondo, troppo molle, di propag– gini troppo estese per frantumarsi agli urti dei giovani e dei so– pravvenienti; un mondo che indietreggiava, cedevole e morbido senza perdere i contatti, insinuando anzi nella giovinezza avversaria il veleno della mollezza e dello scetticismo. Anni gravi, quelli del– l'età umbertina in cui si espandeva, la esuberanza di Matilde Serao, in cui molti di coloro che avevano fondata l'unità politica della Pa– tria, in luogo di por mano a più intimi problemi, credevano di aver compiuta tutta 1'0pera sedendo nell'aula di Montecitorio e dando ai contrasti politici uno svolgimento convenzionale e grandioso solo nella forma .. Generosa ma fallace illusione! Gli spe.ttatori, i testi"– moni di quel gioco appartenevano alla geryerazfone di Scarfoglio, che non aveva maturata la prima giovinezza nell'aria del Risorgi– mento e si componeva di anime disincantate, disposte ad una cri– tica senza indulgenze. Già l'invettiva di Carducci, perseg·uente un ideale classico, aveva sentito coi suoi spiriti poetici risuonare il vuoto sotto quella solenne forma; e molti, da ,Scarfoglio in giù, in vario modo e con vario impeto, intuivano il vizio della politica im– perante, s'avvedevano dell'isolamentl:> della classe dirigente, sen– tivano la suprema indifferenza di quel mondo e .di quel popolo che essi stessi affermavano di rappresentare. Da quel punt9, quasi coincidente con l'inizio dell'unità politica, prende le mosse la · critica òell'ideale democratico che essendo in sostanza solo cri– tica di quella particolare e fallace forma d;mocratica si' estendeva , per trasporto polemico a tutti gli aspetti della democrazia. Da Car- ducci a .Scarfoglio, da persona a persona, e da evento a evento que– sta critica è giunta, ingrossandosi, fino _ai giorni nostri. ' Mentre la Serao componeva la Conquista di Roma) Scarfoglio terminava il Libro di don Ohisciotte, opera che appare di ristret– tiRsimo significato, se la si esamina fuori dall'accennato travaglio della gioventù italiana .. Il giovane scrittore abruzzese era a tal segno pervaso dalla passione che non poteva nemmeno concepire BibliotecaGino Bianco
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