Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931
118 P. GADDA, 11 gonfie vele Ne sono prova gli altri due e più recenti racconti del libro: « Ulisse e i Ciclopi » e « A gonfie vele >> che dà il titolo al volume. I casi che si narrano in questi due racconti Gadda non li ha inventati! lui; li ha ' . ri-inventati, gli vengono dalla letteratura. D'altronde, entrare nelle m- venzioni altrui per trarne un senso nuovo, una nuova morale per sé, fu sempre e ref:.-taancora un legittimo. modo dell'arte. Ma a quale scopo ~ con che animo Gadda ha tentato la prova ? Nel racconto di « Ulisse e i Ciclopi», Gadda entra nel libro nono dell'Odissea (al t~mpo suo, lo fece anche Euripide, e con scopi non poi molto diversi) e rifà a suo modo, cioè smonta con certo gusto ironico e borghese il celebre duello tra la forza bestiale di Polifemo e l'astuzia di Ulisse. Rtstabilisce le proporzfoni, trova le verosimiglianze. I Ci– clopi? Non erano che un popolo di pastori, diciamo pure, di ecce– zionale statura. Polifemo ? « Polifemo stava ferrando un cavallo nel cortile della fattoria, aiutato dal ga,rzone maniscalco .... ». Ulisse? « Non era il primo venuto, aveva occhi•furbi e luminosi. _Parlava fantasioso e colorito, un vero commesso viaggiatore». E tutto quell'episodio eroico, si riduce in fondo a un contrastato furto di capre. Dopo aver così smon– tato il mito, lo scrittore lo rimonta,: e ci mostra come, attraverso la fantasia di Ulisse e dell'Aedo, quella modesta avventura venisse a pren– dere le fantastiche proporzioni che tutti sanno. _Poteva uscirne una specie di « moralità leggendaria» alla Laforgue. Ma in Gadda il -rea– gente logico è scarso e il gusto ironico poco; e nell'invocazione :finàle dell'Aedo, quando cioè lo scrittore, dopo lo scempio fattone, vorrebbe ristabilire i diritti e l3f superiore verità del mito, i,i affaccia anche una certa rettorica.... .È chiarn insomma che Gadda, pur non trascurando del tutto gli spunti intellettuali e ironici del suo tema, non si è tanto impegnato nella morale del racconto, quanto si è via via compiaciuto nelle scene idilliche, agresti, pastorali, che la, trama gli offriva. Il suo vero gusto è qui : in queste limpide, fresche, e un pò' levigate « nature». Questo piacere riduttore è altrettanto chiaro nell'altro racconto, « A gonfie vele ». Qui Gadda rifà parte del gran viaggio che sulla fine del 500 il mercante :fiorentino Francesco Oarletti compì e descriss,e, in– torno al mondo. Dal Messico, attraverso l'arcipelago delle Marianne, Gadda si aocompagna col Carletti fino alle Filippine. Mette cioè a pro– fitto il << Ragionamento sesto » del :fiorentino, riportandovi episodi e fatti anche dai preGedenti «Ragionamenti». Un confronto tra i due scrittori, meglio_che con un discorso, riuscirà vivo_attraverso l'esempio. Episodio saliente del « Ragionamento sesto» del Carletti e di tutto il racconto di Gadda, è quel fratino- di San Fran– cesco che, alle isol,e Marianne, mentre le barchette degli indigeni scia– mano intorno alla nave, spinto dalla f~de e dalla sete del martirio, salta in una barchetta e sparisce con quei selvaggi. Scrive dunque il Carletti: Il buon frate.... prendé un suo breviario e una crocetta di legno dove era dipinto un crocifisso; e messosi l'uno e l'altro nelle maniche dell'abito s'accostò simulatamente ad una delle bande della nave dove stavano di molte di quelle barchette barattando le loro robe col nostro ferro; e mentre parlando con me diceva: o qhe ia stima d'estor pobres hombres, si lasciò cascare a p,iombo in una BibliotecaGino Bianco
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