Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931

G. O.A.PRtN, Qiiirina e Floriana. Racconto nella storia 117 fa, ricostruì Foscolo, aUa vigilia di lasciare, caduto il Regno italico, Milano. Ma nelle poche note essenziali Ugo è, in mezzo a queste vicende di Quirina e di Floriana che per lui vissero, grande, rimanendo nella sua statura umana, né buono né cattivo, conscio d'una lotta impari contro le cose del mondo, da qua,ndo, tra il Ponte Vecchio e· Mercato Nuovo « elegantissimo in una redingote turchina a, vita» insieme col Oicognara, e col Bulzo, incontrò per la prima volta Quirina, fino al giorno in cui fece, sotto le ultime carezze d'una fiilia per caso avuta, per caso ritro– v:ata-, quella sua morte solitaria espiatrice. ETI'ORE ALLODOLI. PIERO GADDA, A. gonfie vele. - Oeschina, Milano, 1931. L. 10, Basta leggere anche poche pagine sue per rendersi conto subito di quali sono le qualità di Piero Ga,dda: un piacere della natura nitido, se non profondo-, occhio analitico e chiaro su di sé e sulle cose, gusto istintivo per la scrittura pulita: molto ordine. Non basta invece aver letto anche molte pagine sue e ma,ga,ri tutti i suoi libri (che del resto son pochi e piacevoli a leggere) per dire di aver capito bene quale proprio è lo scopo di questo scrittore, dove mira, quale intima molla lo muove. Al fondo di ciò che Gadda dice, resta spesso un che di ozioso e di inu– tile; che non è certo l'oziosità volgare di chi parla assente o a vuoto, ma non è neppure quella inutilità superiore e catartica dell'a,rte sovra– namente raggiunta, per cui il poeta « guarda e gode e più non vuole». Diremo se mai che l'ozio di Gadda resta tra i due .... Dei tre ra,cconti che compongono il nuovo libro, A. gonfie vele, il più vecchio è « Liuba » (edito già nel 1926) che segnò, al suo apparire, il primo successo dello scrittore. Piacque allora e piace a,nche più oggi a– rj.leggerlo. Ci si sente un artista in succhio che sa trarre partito da climi e paesaggi esotici (il fatto si svolge a Tiflis, nel Caucaso), da casi ·straordina,ri e avventurosi (c'è sullo sfondo la rivoluzione bolsce– vica, e a.I centro del raoconto una rovinosa giornata di terremoto); e insieme c'è, in tutta questa storia della giovinetta Liuba,, cercata e amata nella morte, un patetico, un gusto idillico, una tradizionale e nuova gentilezza di amore - e - morte, che rasserena e commuove. Il quadro non si può dire sciupato neppure da un certo diletto estetizzante nella composizione delle scene, neppure da qualche tono chiaramente dan– nunziano; « fiamma che oltre Liuba e la morte per un attimo fosti mia gioia, prendimi tu sempr,e, o lITequieta, nei giorni dello sconforto troppo umano .... ». Negli appuntamenti esotici del racconto (quel Caucaso, quel viaggio in Persia via Bacù, quei bagliori di rivoluzioni e di terre– moti) qualcuno risentì come un'eco del Conrad, che proprio allora tra noi si cominciava a gusta-re. Ma sono accostamenti e piaceri che si con– cedono volentieri a un giovane; e « Liuba » resta un.a delle più felici prove di un'arte (fu, questo, lo sforzo meritorio di Gadda e di altri a quegli anni) decisa a passare dal frammento al racconto. E quanto a disciplinarsi, Gadda ci ha poi pensato, e anche troppo, da sé. ibliotecaGino Bianco

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