Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931

80 B. Gioognan.i mostrare per delicatezza. Eppure fu la medesima di tutte le altre mattine. Il marito cercava visibilmente, trattandola con tenerezza at– tenta, un appoggio i~ lei, un premio alla forza ch'egli era riuscito a farsi: - E così, Beatrice? ... Beatrice sapeva quel che la domanda voleva dire: « Non ·sarà mai possibile che il bene che ti voglio vinca la tua repugnanza? )). Poteva ella rispondergli che aveva fatto di tutto, per codesto, la stessa sera avanti? Ma un altro modo c'era di rispondere: un modo molto più semplice : prendere quella mano segnata e coprire il segno di baci. - E così, mia cara ? Romualdo, traccheggiando, aveva fatto più tardi delle altre mattine. L'automobile rombava da un pezzo giù. E da un p·ezzo anche Romualdo era pronto, con la spolverinà e il berretto: non gli mancava che d'infilarsi i guanti. E quando li prese, Beatrice senti internamente la spinta di pigliargli la mano segnata: e fece l'atto. Il marito la :fissòcon l'occhio buono - l'altro errabondo - la fissò trepidante. Ma ella ricongiunse le mani e prestando una grande attenzione a stuzzicarsi l'unghia d'un dito dell'una con l'unghia d'un dito dell'altra ripeté come un'eco : - E così? Il marito andò-via senza darle il solito bacio. Ma all'ora del desinare, le portò una, magnifica volpe bianca. Eran le cose che la facevan soffrire di più; codesti modi che aveva il marito di rispondere alla sua scontrosaggine. Bisbigliò : «Grazie)). E il marito la carezzò sui capelli : « Cattiva sei, cattiva)). E acco– standole ai labbri il dorso segnato della mano : « Qui, bacia !_ >>. Ella che si sentiva internamente struggere, chinò e rialzò il capo appena, con un impercettibile stringere e allentar dei labbri. Ma Romualdo allora sopra quel punto posò le proprie labbra e vi stampò un bacio con uno schiocco forte. .· Così, sempre, ogni giorno, qualunque affettuosità del marito determinava in lei un gesto, una mossa, una pàrola, un'inflessione di voce che mortificava o feriva l'amore di lui. E poiché ell'era la prima a sentir l'ingiustizia, la cattività del suo atto o della sua parola, n'aveva dolore quasi più lei; eppure il dolore, il rimorso non l facevano che esasperare codesto contrarsi come di animale molle che · si rannicchi dentro un suo guscio .coriaceo. JDquando poi rimaneva sola, nelle lunghe ore di solitudine, nella villa, nel giardino, nel parco, adagio adagio, internamente, quella durezza. chiusa si apriva e ella tornava a sentire : analogamente a come secondo lei dovev~ Biblioteca Gino Bianco

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