Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931

Villa Beatrice 79 anziché sentire il puzzo del sigaro, ricordare le parole dette da lui poco fa, con quel tono incredibile in bocca a un industriale di pelli : « la vita sta in quel che non si può dire>>; volle richiamare il verso dell'usignolo che in fondo al parco prova.va a mezza voce - il gorgheggio. Il marito, a quell'atto, non credendo a se stesso: «Beatrice!». Beatrice volle sorridergli, ma il sorriso dovette es– sere doloroso. « Ti senti male? Ohe ài? >>. «Nulla>>. Ella alzò un braccio : avrebbe voluto fargli una carezza : il braccio le ricadde giù inerte .. - Ma ti senti male ! - No, no. Il marito la portò quasi di peso fin in camera. Ella si meravigliò della forza di lui perché gli s'era tutta aggravata. La depose sul letto : cominciò a slacciarla. Beatrice lasciava fare. Ma allora, al vederla così per la prima volta languida, cedevole - e il corpo aveva una grazia nuova, una seduzione di voluttà - l'ardore sensuale di lui s'accese violento. Beatrice volle ancora lasciarsi, abbandonarsi, fino a sembrare svenuta. Ma al momento per lei terribile fin dalla prima volta, ella non poté resistere alla ribellione. Una mano di lui passò sotto ai suoi occhi: essa gliel'addentò. Provava, nell'af– fondare i denti, un refrigerio allo spasimo. Il marito emise appena un gemito; poi, ritirò la mano, l'agitò•in alto: e non disse nulla. Beatrice, seduta sulla sponda del letto, col capo chino, disfatta. Il marito restò un poco in piedi in mezzo alla stanza; poi spense la luce, andò alla finestra, l'aprì, stette affacciato. La dolcezza com– movente della notte. L'usignolo, ora, cantava. Beatrice sentì, senza vedere, a un certo momento il marito lasciar la finestra, andarsene nella stanza accanto: la camera da scapolo. E aspettò: a lungo; aspettò : e neppure lei sapeva che cosa. E tutta ia notte sentì le gocce del pianto caderle, a una a una, brucenti, nel cuore. CAPITOLO V. Ma al mattino era fresca come una rosa. E quando il marito entrò a .darle il buon giorno e le mostrò la mano col segno ancora del morso, dicendole scherzosamente: « Ma che bei regali!», ella ar– rossì appena : come se non si fosse neppur domandata perché il marito era andato a dormire nella camera di scapolo, né si rendesse conto di quale padronanza su se stesso e di che fine intelligenza fosse effetto il dare alla cosa, come egli ora faceva, quel tòno leg– gero e insieme così lontano dalle allusioni banali che pur sarebbero state facili. Beatrice capiva che cos'era passato dentro al marito, come egli avesse sofferto per lei e soffrisse ancora, senza volerlo

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