Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931
78 B. Oicognani Beatrice appoggiata alla spalliera del letto, tamburellava mo– notonament~ con lo stesso dito sopra la spalliera. Quando il rumore dell'automobile si perse, Beatric~ re~p~rò. Sentì gioia di rimanere sola col marito: sola con la sua mfehc1tà, come quando alla morte d'una persona cara, se ne son andate via, alla fine, tutte le visite. . Sedettero fuori, all'aria profumata della notte d'estate. Era.n nell'ombra in due poltrone di giunco, un po' distanti. . - Ò ri~orso d'averti trascurata, oggi. 1Mene accorgo, lo srnt.o ora : mi perdoni ? Le parole, il tono della voce la commovevano. . . - È curiosa come ti voglio bene. Potértelo dire ! Non m1 riesce. Ma è forse il bello di certe cose, non poterle dire: la -vita sta in ' ~ quel che non si può dire. Ohi suggeriva delle parole così a un uomo a quel modo? Quali altre parole più poetiche Beatrice avrebbe potuto desiderare ? Tecca– vano il punto più vivo, il punto dolente del isuo essere: colui che le aveva sapute trovare naturalmente, da sé, per amore, era l'uomo, il solo uomo che avrebbe potuto capirla, che avrebbe potuto capire anche la sua infelicità. Un usignolo, nel fondo del parco, provava-a mezza voce un gor– gheggio. Ella rimase fuori del tempo finché, mentre un braccio forte l'aiutava a alzarsi, riudì la voce lusinghevole: - Entriamo in casa : non vorrei che _l'umidità ti farpsse male : tocca : le poltrone son fradice. Era a braccetto dell'uomo che amava, s'avviavano dove alla fine ella avrebbe potuto gettar via da sé quella specie di cappar che le impediva di essere lei; e si sarebbe data, ielice di potersi sentire davvero nell'abbandono che l'avrebbe liberata. Si appoggiò alla -spalla di lui : egli si fermò e la baciò. Il fiato gli sapeva di: sigaro toscano fumato sul vino. Ella torse dall'altra parte la faccia, te– nendo,, con una mano, lontana la bocca di lui. -"- O il fiato che sa di toseano ? Ti dà noia ? Perché non me lo di– cesti quando io, ti ricordi, te lo domandai? Ella balbettò qualche cosa: Perché s'era pentita digià di non essersi fatta forza. S'era proposta, quella sera, di fare tutto il pos– sibile per arrivare, traverso tutti gli ostacoli, a avvicinare l'anima sua a quella di lui. E perciò, mentre entravano in caisa, avendola egli, per riguardo, lasciata, Beatrice gli s'accostò, gli prese una mano-il dorso d'una mano: Signore Iddio ! un senso come toccare un rospo - e poi salì al polso: - la pelosità: quella pelosità fulva ch'ella conosceva: un brivido di ribrezzo -- eppure attirò il braccio di lui intorno alla vita, vi s'appoggiò come se svenisse. E volle, Biblioteca GinQ Bianco
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