Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931
Villa Beatrice 669 rina e in testa la scuffia col fiocco estroso ; ma non le si poteva stare d'intorno e aveva gli occhi rossi : si capiva che aveva pianto. Romualdo aveva indovinato : ella s' era ripromessa di gran cose, con la fantasia, per quel giorno. S'era lusingata che alla sua accoglienza sarebbe stato fatto press'a poco il medesimo viso che una nuora avrebbe fatto alla madre dello sposo : e invece la sposa non aveva mostrato neppure d'aècorgersi di lei. Era rimasta ferita nel più sensibile dell'amor proprio. Quel fazzolettino rica– mato, chi glielo avrebbe detto che le avrebbe servito per asciugarsi le lacrime, le lacrime versate e asciugate di nascosto perché nes– suno s'accorgesse che se l'era presa a quel punto? Da troppo tempo era abituata a esser ritenuta più che padrona, l'indispensabile; di più: come tutelare genio domestico, come la guardia del focolare e l'anima vivente della casa: la" tata"· Ell'era compresa di questo suo simbolico ufficio ; e perciò come tutti coloro che ànno coscienza d'esser investiti d'una missione, era, a questo riguardo, d'una su– scettibilità cui un nonnulla feriva. Aveva tenuto in collo il pa– drçme d'ora, era entrata in casa quando lui al mondo, - ell'era un amore, allora, di ragazzina, - e fin dal tempo dei vecchi, debo– lezza segreta del signor Feliciano e al tempo stesso occhio destro della padrona, la signora Bàrbera, aveva tenuto le chiavi dell'anima d'entrambi loro, come delle stanze e dei mobili. I vecchi erano spirati nelle sue braccia. E poi quando il figliolo, che fin alla morte del padre aveva quasi sempre fatto vita fuori di casa, era tornato a raccogliere l'eredità e a seguitare l'azienda, eUa aveva rappresen– tato per lui le memorie, gli usi, il bello e il dolce dei primi anni. E era da tutti considerata per quello che essa stessa sentiva e faceva sentire di essere: testimonianza d'un'autorità antica, depositaria di quel che di più geloso era restato chiuso nelle anime degli inqui– lini antichi e nelle stanze della villa. E allorché il figliolo aveva rimodernato tutto, s'era rimodernata anche lei. « Fa bene - aveva detto - ringiovanire, e il giorno in cui il padrone si sposerà, la sposa non deve trovare una befana dell'uno>>. E in codesta idea fissa s'era adoperata a mettersi, come si direbbe, all'altezza dei tempi, al corrente degli usi della bor– ghesia signorile. Ci aveva messo tutto l'impegno, e teneva a mo– strare come le fosse riuscito. E la sposa non s'era neppure accorta di lei. Ohe cosa aveva valso essersi tanto affaticata per apparire rinnovata come la villa ? Tanto sarebbe stato se avesse conservato il grembiule da tre braccia un franco legato a cintola e la berretta bianca tutta incapata di trenta anni fa. In quest' avvilimento aveva lasciato che passasse anche l' ora del tè. Servire il tè era il numero più attraente del programma della giornata elaborato dalla sua fantasia. Servire il tè. L'avrebbe ser- BibliotecaG,no Bianco
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