Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931

668 B. Cioognani E fece il gesto, allargando le braccia dopo essersi avvicinate le mani sul petto, di aprirsi il cuore. - Viva la Nunziata! - rispose il marito per la moglie. - Il signor padrone è sempre di buon umore. - E il fattore dov'è? Dov'è il tuo figliolone? - È fuorivia, oggi. · - Se tu vedessi, - il marito prosegui vòlto a Beatrice, - se tu vedessi che pezzo d'uomo! Epperò, eh, Nunziata, te e il tu' uomo v'invogliaste a continuare. ,Ma non bisognava poi rimanere ai diti d'una mano sola. Però, chi lo sa? Io dico che sareste sempre a tempo .... - 1Mela darebbe bona! Ormai noi quel che s'avea a fare, s'è fatto. - Ora tocca a noialtri, vuoi dire? Beatrice, infastidita, passò oltre. La donna restò baloccan– dosi con la cocca del grembiule a -cui inutilmente s'era asciugata le mani. E mentre i padroni erano a cena, in fattoria e nella cucina della villa i dipendenti emettevano il proprio giudizio sopra la nuova padrona. E il giudizio che viene dal basso pesa più del giudizio che viene dall'alto. ' In fattoria, il figliolo chaufjewr riferiva le sue impressioni, quel tanto che aveva veduto, che aveva sentito durante il tragitto : « Per me, la non gli vuol bene, l' à preso perché gliel'ànno fatto pi– gliare, ma non gli vuol bene>>; l'altro figliolo era corrucciato per– ché ((la non s'è degnata neppure d'entrare nella scuderia, la non è venuta neppure a dare un'occhiata alle. cassette delle api)). << Albagiosa, è albagiosa .... >>, doveva convenire la Nunziata che non le perdonava di non ·averle data la mano, ((sconta com'è affabile il padrone!>>. « Me, à fatto finta di non mi vedere>>, assicurava la· maggiore delle figliole : una bruna, riccioluta come il babbo. L'uomo di fattoria, uno spilungone segaligno, rapàto con la macchinetta, aveva notato che Leone, il cane, aveva ronchiato quand'ella era pas– sata vicina al casotto .... - A noi non sta giudicare i padroni. - Così Michele troncò i discorsi entrando nella stanza. Eppure anch~ Michele aveva giudi– cato; e in mano aveva il mazzo di gelsomini trovato abbandonato sopra la panchina nel semicerchio. Tutti tacquero: ma ciascuno sentiva che anche gli altri la pen– savano come lui; e il silenzio imposto era eloquente più d'una, espressa condanna. In cucina la "tata" aveva ancora il vestito a pieghe nere da dama de~ Sacro Cuore con sopra il grembiale bianco con la petto- BibliotècaGino Bianco

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