Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931
Villa Beatrice 665 l'olio di lino che ànno il bel colore vinaceo-cupo, lucidi: la gran sala daUe pareti affrescate a paesaggi idillici e con le tre :finestre sul terrazzino onde la vista spaziava lungo il corso dell'Arno e là, in faccia, fino agli Appennini: la villa' con tutti i comodi anche per l'inverno. Il piazzale, davanti, che dominava. Dalla parte del viale d'ac– cesso, un folto d'alte piante e-lo spicciar d'una polla in una grotta. L'altro lato chiuso dalla facciata della fattoria che faceva angolo con quella della villa: e c'era la meridiana. Il lato di fronte con la ringhiera e la bordura di fiori. Dal mezzo, due rampe di scale portavano giù nel giardino. Magnifico, vòlto a ponente, il giardino a quell'ora pareva inon– dato di luce. In fondo, il muricciolo con su la fila dei violi nei vasi tutti compagni, intramezzata da statuine grottesche: di là da quello, l'aria tutta una luminosità. Argento liquido pareva lo zampillo della vasca. A destra, un prospetto a mosaico con cinque archi e sotto ogni arco una statua: il Tempo nell'arco di mezzo : sotto gli altri, le quattro stagioni. Presso l'angolo tra il prospetto e il muricciolo, in un recesso d'om– bra, quasi sotto un gran bersò a cupola, la voliera. A un'aiola costì zappettava, con un corbellino accanto, un uomo col grembiale turchino come portano i giardinieri e col cappellone di paglia. Quando vide il padrone che a braccetto alla moglie scen - deva, lasciò di zappettare, tagliò alla spalliera, in basso del r,ro– spetto, con le cesoie che si sfilò dalla cintola, un mazzo di gelsomini, e corse levandosi il cappello. Aveva un capo riccioluto di capelli bianchi e correva con la sveltezza d'un giovane. Quando fu davanti alla coppia, porse il mazzo a Beatrice. - L-a gradirà. E non disse altro. - Gradirà certo. Vedi, Beatrice, questi è Michele: il patriarca di quanti son a servizio qui, si può dire. Sua moglie è lei che pensa ai polli, ai conigli, fa il pane, i bucati; il suo :figliolo maggiore è stato a Castelletti a studiare e ora è qui, fattore; il secondo è Gu– glielmo, quello che guidava la macchina con cui siam venuti; il terzo, Egisto, bada ai ca,valli, s'occupa delle api, dà una mano al babbo, fa le pulizie; la :figliola maggiore aiuta la mamma, la mi– nore è agli ordini della tata : bella famiglia, eh ? Una famiglia d'oro: tutti lavoratori:· gli si può dire in faccia a Michele: nn uomo all'antica, Michele, come oggi se ne trovano pochi. - La mi fa t~opp'onore. È il padron bono che fa la servitù bona. Rigirava, stando a capo chino, il cappello, facendone scorrer la tesa fra le dita come fanno le persone di campagna quando sono in suggezione. Ma di sotto in su buttava l'occhio a esaminare fo, nuova pa,drona : anche questo come fanno le persone di campagna: BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy