Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931
Villa Beatrice 657 ~tata così come per lei la consumazione d'un sacrifizio, nessuna mai s'era potuta sentire, così come lei, vittima. In lei quel giorno moriva, senz'esser mai nato, l'amore. E nessuno poteva neppur lontanamente supporre in lei questa tragedia d'anima senti– mentale. Eppure il chiostro della chiesa, - quella chiesa a uno dei cui <ari aveva chiesto la grazia che non aveva ricevuto,.~ i~ chiosg-p nella freschezza mattinale, col sole che lambiva la torre dell'oro– logio, era allegro: era proprio il vestibolo che ci sarebbe voluto a un rito quale -avrebbe vagheggiato lei. Fu l'ultima impressione di giocondità : quanto ella portava ancora in sé di letizia rimase -costì. Poi, la cappella, l'inginocchiatoio coi cuscini, l'altare illu– minato, i fiori, l'armonium, le parole del sacerdote, l'anello sul vassoio d'argento, - chi le sfilò il guanto? chi pronunziò per lei <<sì>>?,- tutto questo in una nebbia grave e dolorosa, d'ìncubo. Allorché,. all'uscire dalla cappella, rimise il piede sotto il porticato del chiostro, un respiro ancora la consolò : ed ella cercò intorno per riprendère qualche cosa lasciata fuori perché troppo gioiosa, come i ragazzi a cui àn fatto lasciare fuori di chiesa il balocco .... « Sei a braccetto a me, non più al babho : non te ne sei neppure accorta?)). Ella sentì allora il contatto e/ trasalì e guardò il ma– rito. « Perché così muta, così fredda ? >>. Quando a casa le levarono il vestito bianco e le misero quello per il matrimoniÒ civile, ebbe l'impressione che la spogliassero del– l'ultima difesa della verginità: ora, così, vestita a modo di tutte le donne, poteva essere anche consegnata a un uomo come quello a cui consegnavano lei. « Io piansi tanto quando mi levarono l'abito bianco e tu te lo sganci quasi con gioia>>. Beatrice non replicò nulla all'osservazione materna: che cosa dire quando il suo gesto era preso per un atto di gioia e era una mossa di laceramento, una mossa che rispondeva alla brama di lacerar se medesima, di strap– parsi come si strappa in due pezzi una· striscia di cambrì? E le rimase un compianto di sé, amaro perché saputo vano, d'un'ama– rezza aumentàta dalla esibizione : le automobili coi fiori, e poi al Municipio. E intorno a lei tutti raggiavano di felicità; e più di tutti colui per colpa del quale la vita di lei da quel giorno sarebbe stata il martirio d'ogni momento. All'uscire dal Municipio, salirono loro due soli nella stessa au– tomobile. Ella si meravigliò d'aver il coraggio di una rassegnazione così totale: e d'esser al tempo stesso così presente, in quel mo– mento, a sé, così padrona di sé. Chi le dava la forza di poter guar– dare quasi che non si fosse trattato di lei, quell'uomo a cui spriz– zava la gioia da tutti i pori, con la tuba un po' su una parte, la parte dell'occhio vagabondo, e che balbettava « Ca,ra ! Oara ! >> sti– randosi e lisciandosi con la mano aperta i baffi spioventi quasi 42. - Ptoaso. BrbliotecaGino Bianco
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