Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931

Villa Beatrice 655 lasciandola sola: era una cosa che s'aspettava: era la solita cru– deltà della sua sorte. E codesto sentirsi sola, con la sua sofferenza non immaginata, non sospettata e che se anche fatta vedere non avrebbe trovàto pietà nla sarebbe stata portata a suo carico, come una prova di più della sua incapacità a voler bene e a farsi amare, .tutto ciò amnentava e l'isolamento e la pena, e, quel ch'è peggio, la disposizione avversa della sua anima, ai tutta lei, all'unione a quell'uomo. E perciò cercava di distrarre il pensiero, allontanava quel giorno, si n1anteneva, estranea a tutto quanto si riferiva al . matrimonio, alle nozze vicine, cousìdera;ndo tutti i preparativi come se riguardassero un'altra persona, non lei. A cominciare dagli acquisti nei negozi per quel che mancava al corredo, dall'ordinare e provarsi i vestiti. D'intorno a lei i complimenti, il contegno spe– ciale delle persone che se pure non dicono ànno nell'espressione del viso il rallegramento un po' sempre equivoco e canzonatorio per la signorina vicina a sposarsi ; e lei, nei negozi, sedersi astraen - dosi a forza e lasciare alla mamma scegliere, discutere; dalla sarta poi, costituire la, disperazione di quella che sentiva impegnata la propria fama e si trovava a aver da vestire, oh ! fosse stato !, un manichino, e invece un essere vivo che opponeva una resistenza passiva : « Se lei non si presta, è impossibile : non stia così inerte! Verrà un vestito che quando lo porterà,, poi, parrà che non sia suo. E la gente dirà: 'Ma chi è la sarta di quella signora?!'. Chi scom– parisce son io ». Ma arrivò il giorno : il giorno dello sposalizio. Quando la mamma venne a svegliarla, tanto prima del con– sueto, ella dovette far uno sforzo indicibile per ripigliare, così Je parve, il peso della sua persona, per riunire tutte le parti di sé ognuna delle quali le sembrava che volesse andarsene per conto suo. - Svégliati ! Felice te che anche la notte avanti al matrimonio, scommetto, anche stanotte, ài fatto tutt'un sonno! Su, Bice, su! Veramente tutt'un sonno l'aveva fatto: e codesto pure rien– trava nella sua disgrazia : il suo stesso organismo non si curava di lei, vegetava per conto suo cercando di prosperare il meglio pos– sibile. Ella s'alzò dunque, abbandonandosi via via nelle mani della madre, della cameriera, della pettinatrice, della sarta venuta con la prima commessa : s'abbandonò passiva a quel lavorìo donnesco di preparazione della sposa : intriso di profonda inconscia malizia e alitante mistero com'è in certe cerimonie nei costumi di taluni insetti. Vien fuori poi dalle stanze in cui è stato osservato il se– greto più rigoroso, questa creatura che sembra il prodotto d'una metamorfosi : questa forma tutta bianca avvolta nei veli : e que– sti e il vestito sono come i veli e il tessuto esteriore di certe cri- Biblioteca Gfr10Bianco

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