Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931

650 B. Oioognani sufficiente a protegger dal ghiaccio del piano marmoreo, avev~ ap– poggiata, la fronte con tutto il peso dell'abbandon? a uno dei .co– lonnini di marmo che reggevan l'altare e aveva chiesto la grazm: il Signore sapeva quale. Perché, Dio mio, la sua preghiera non era mai accolta? Le prime lacrime le si erano raggelate, come se anch'essa diventata una, delle figure dei monumenti alle pareti della cappella : le era negato di sentire lo sciogliersi e il colar giù delle lacrime. E alla grata del confessionale l'aveva ripresa la solita incapacità a commuoversi; s'era accusata di provar repu– o-nanza per l'uomo che le veniva destinato a marito : ma il tono o . era così poco tragico che il confessore, dopo averle detto : « Sei libera, :figliola: nessuno può costringerti ad accettarlo)), ebbe paura d'aver corso troppo e soggiunse: << Guarda però se questa tua repugnanza non sia un tuo capriccio, ché allora avresti il dovere di vincerla)). E questo aveva messo in lei una desolazione anche più amara, uno scontento di sé disperato. Quando alla balaustra ricevette l'Ostia, era in uno di quelli stati d'insensibilità dello spi– rito per cui è come cessata la vita dell'anima. Per ogni altra il rimedio sarebbe stato semplice: dire: « No, non lo voglio)); ma lei, se avesse avuto codesta possibilità, non sa– rebbe stata più l'infelice creatura che era: avrebbe voluto dire che s'era sciolto quel nodo in cui rimaneva impigliata la sua libertà, e che ella avrebbe potuto manifestare l'essere suo senza più quel– l'ostacolo interno che la zia Corinna aveva chiamato «orgoglio)) e che per lei era, in quello che riguardava il suo intimo, lo stesso del pudore per ciò che riguardava il suo corpo: l'istintiva opposi– zione a farsi vedere dagli altri com'era davvero, una gelosia di sé stessa, assurda, del suo fondo ignudo, per cui ogni parola, ogni gesto era come un velo che si sollevasse, un esagerato pudore mor– boso per cui l'anima soffocava in 8ilenzio, costretta, per cosi clire, a ripiegarsi sopra se medesima. Perciò ella non apriva bocca. Era rassegnata : quello che stava avvenendo era preveduto da, tanto tempo : forse era il meglio che potesse accadere: poteva anch'essere che ella si assuefacesse: per ora, soltanto a pensare a esser toccata da un uomo a quel :à10do, provava ribrezzo. E lasciava che suo padre, infervorato, le dimo– strasse i vantaggi per lei di quel matrimonio : - .Si parla per tuo bene; per il nostro no, ché il nostro egoismo vorrebbe averti sempre con noi. E invece ci lascerai : andrai a stare fuori di qui: ma il tuo avvenire è assicurato: ài avuto la sorte di trovare un uomo che può darti tutto, ti può far felice : non à la bellezza,, ma in un uomo che conta? Un uomo, si suol dire è sempre bello. E poi, vedi, io ti posso assicurare che rarament~ ò incontrato una persona tanto simpatica. Tua madre e io dunque saremmo contenti, ma vogliamo sapere da te, conoscere quel che Biblioteca GinoJ3,i,q(lG<? , . ,.,-( .. , . ' • •• _.. . ' .. -~ •. • • 4 ' • ,,.

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