Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931
Villa Beatrice 647 il suo essere si rivoltava. Eppure ecco che ella stava lì, tranquilla, nella poltroncina accanto alla poltroncina in cui sedeva l'altro, e già tutto·codesto era un accettare: i ginocchi di lui adagio adagio arrivarono a sfiorare la sottana di lei : ella posò lo sguardo costì : aveva una sottana crema con dei grappolini di ribes e in quel punto c'era proprio un grappolino. Allorché alzò gli occhi, si trovò vicino il viso di lui, da sentirne il fiato: egli la fissava con una pupilla - l'altra, per conto suo, verso il cantuccio opposto - ; quando la pupilla diritta incontrò lo sguardo di lei, egli piegò, per vezzo,- il capo da una parte mentre l'altra pupilla, com.e richiamata, roteò desiosa m.a a vuoto. Ella fece nn respiro fondo perché il cuore le si era fermato: e chiunque fosse stato presente, avrebbe potuto an– che credere che quello fosse un sospiro. Per la strada, nel tornare. a casa, la signora Isabella avrebbe avuto voglia di dir tante cose, m.a non ne aveva coraggio : ogni tanto dava un'occhiata alla figliola e vedendola uguale a sempre un po' si rassicurava, un po' non sapeva che si pensare. Dubbi su quel che avesse voluto dire la presentazione di quel tal signore non potevano esserci: sarebbe bastata la toilette della signora 1 Mal– vina : le occhiate, i mezzi discorsi, tutto il contegno di lei : le pa– role poi di quel signore all'ultimo momento, - e egli le aveva dette c on una franchezza che non si sarebbe supposta: una fran– chez.za simpatica: «Mi permetterà, signora, ch'io venga a rive– rirla e m.i auguro che i nostri rapporti abbiano a diventare qualche cosa più che rapporti di semplice conoscenza>>, - eran parole a cui non si poteva dare che un significato. La signora Isabella fece mille volte l'atto di aprir bocca e poi ingoiò la saliva, m.a quando furono quasi all'uscio di casa, non ne poté più: « Che t'è parso?)). Sen– nonché le restò il dubbio che la domanda le fosse rimasta dentro mentre aveva creduto di farla a voce alta, tale fu la sodisfazione che n'ebbe. Interminabile invece fu il colloquio, codesta sera, tra marito e moglie, nell'aspettativa del sonno. Quel signor Romualdo, in Pre– fettura, era tutt'a1tro che ignoto: un industriale di polso, là verso San Miniato: aveva le concerie e abitava pure da quelle parti, in una magnifica villa : un uomo che era in simpatia a tutti : tutti ne dicevano bene com.e di una persona gioviale e al tempo stesso seria: un galantuomo furbo - due termini in generale poco concilia– bili - ; ben accetto all'Autorità e agli operai ai quali sapeva con– cedere a tempo e all'occasione fare il muso duro .... «Per la Bice sarebbe una fortuna .... )). - ,Ma lo conosci ? L' ài visto ? - No. So che è brutto; ma dicono che è di quei brutti che fini- scono poi col piacer più dei belli. BibliotecaGino Bianco
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