Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931

OOME SI PUBBLIOANO I NOSTRI OLASSIOI. Caro Ojetti, Lei, che ha mente aperta per tutti i problemi di cultura, s'è mai domandato come possano uscire continuamente in luce tante edizioni e tanti commenti dei nostri classici ? e se il pubblicare e dichiarare un testo sia davvero cosa cosi facile da potercisi mettere chi non abbia spe– ciale attitudine e preparazione ? Senza tener conto di accademie e so– cietà che hanno per loro ufficio o proposito la pubblicazione di antichi testi, e lasciando da varte le cosiddette edizioni nazionali, che sten– tano a trovare curatori adatti e liberi da altr,e occupazioni, non c'è– editore che non abbia o non voglia avere la sua collezione di autori ita– liani e per il pubblico colto e per le scuole. Non basta la grande e bella raccolta del Laterza, alla quale sarebbe stato bene che le migliori forze aves,sero contribuito, per fare una cosa so,la, e veramente degna degli studi italiani; c'è l'Utet che, finita una prima serie cli sessanta volumi, un'altra ne ha iniziata che è già anch'essa presso al termine; c'è il Rinà– s:timento del Libro che ha pure in corso di st_ampa una collezione di classi,ci nostri; c'è Le ,Monnier che, accanto a nuove edizioni del Foscolo e del Leopardi, annunzia, eclizioni critiche e commentate di Dante, di Mi– chelangiolo, di Leonardo; c'è Salani che divulga in comodi ed eleganti volumi, non soltanto i principali autori, ma anche opere da studiosi non facili a trovarsi nel mercato librario; c'è .Sansoni, Barbèra, Hoepli e altri assai la cui opera anche in questo campo è a tutti nota; e non sto a ricordare a Lei « Le più belle pagine degli scrittori italiani», che hanno le sue cure amorose e che son già anch'esse a una cinquantina di volumi. Abbiamo noi gente preparata ,per tanto la,voro ? Ed è conçiliabile con, la bontà dell'opera tanta fretta di fare? E basta la premura degli editori a. giustificare questa fretta e il lavoro imperfetto ? O il male è più a fondo ? Io ho dovuto per dovere d'ufficio, in più e più occasioni, esaminare molte di queste edizioni ; ho diretto per molti anni la Biblioteca scolastica Sansoni fondata dal Carducci; leggo e rileggo di proposito da qualche– tempo edizioni e commenti d'ogni genere, per vedere dove si vada a finire se si continui così, e l'assicuro, caro Ojetti, che qualche volta prende lo sgomento a pensare con quale incoscienza si mettano taluni a fare di queste cose. Non può essere che incoscienza. Nessuno si metterebbe a. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy