Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931

\ \ LE UNIVERSITÀ AMERICANE. Premetto che sono stato ad insegnarf:\ negli Stati Uniti tre volte soltanto, ·sempre a Nuova-York, nella medesima università, e due volte durante quegli affrettati corsi estivi, che non lasciano quasi guar– dare un momento fuori della classe dove si fa lezione. E mi spaventa l'idea di rassomigliare a quel viaggiatore francese della fine del '700, che, passando da Torino, andò ad alloggiare ad un albergo dove la mattina di buon'ora fu risvegliato dal rumore d'una folla che assisteva ad una esecuzione capitale; e nel suo libretto di note segnò : « Turin, ville où chaque matin à, 5 heures on pend un condamné >>. Anche io rischio di aver preso per consuetudine quello che ho veduto una mattina dalla mia finestra di Nuova-York. E dunque ben inteso che quanto segue non è un giudizio meditato e documentato, ma « una serie di impressioni e di riflessioni )) di un professore che non ha chiuso gli occhi intorno a sé, ma che non ha fatto neppur nulla di speciale per informarsi e studiare e che tra le università europee conosce particolar– mente quella italiana. 1. - La prima cosa che colpisce un insegnante straniero che venga nelle università americane è la ricchezza, pulizia, comodità dei locali universitari. Le sedi delle università nostre sono, sovente, illustri e monumentali, ma appena si passi dalla facciata all'interno, dai cortili alle sale, dagli scaloni alle biblioteche, quasi da per tutto, salvo nelle università recenti o rinnovate (che sono poche) si sente la strettezza, la povertà, e persino la sporcizia o, almeno, la vecchiaia. Nelle università americane tutto è ampio, sufficiente, lindo, pulito: raramente monumentale e, se monumentale, troppo spesso imitato da a,rchitetture europee, ma tutto è fatto apposta per lo scopo al quale deve -servire. Da noi ben spesso gli edifici sono stati adattati allo scopo di farvi studiare; o rispondono alle necessità di studi più an– tichi, differenti e più ristretti. In America non c'è ang·ustia di locali, non corridoi scuri, non scal!:l e scalette e dislivelli di piano, non promi– scuità, ma ogni attività ha il suo posto adatto, e negli edifici alti corrono su e giù gli ascensori, che sono adoperati anche per salire il modesto dislivello di un piano. In Europa pfr trovare la stanza di un professore, il locale di un laboratorio, l'entrata d'una biblioteca bisogna fare molte ricerche e domande. In America tutto è indicato in modo 38. - P.,~so. BibliotecaGino Bianco

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