Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931

RIOORDO DI ERNESTO OONSOLO. ~ J)i' a Consolo che tra pochi giorni, nell'andare 3J Roma o nel tornare mi fermerò una mezza <riornata a Firenze, per salutarlo e riab- , "'i I bracciarlo. Quando avevo detto questo alla mia figliola ci credevo veramente. Ché le ultime notizie di lui erano abbastanza buone: dopo alcuni mesi di malattia cominciava a poter lasciare il letto per qualche ora- ogni giorno, e poteva r,icevere qualche amico. A .Firenze ci -sono poi andato, pochi giorni dopo; e l'ho rivisto, po– vero Consolo : ma, già composto nella bara, tra fiori e ceri; congiunte sul petto le mani, quelle mani già sì energiche e potenti, tutt'ossa e mu– scoli, diventate lunghe e sottili e bianche da parere femminili; e gli occhi per sempre chiusi alla vista di questo m~mdo che egli amava, e nel quale aveva vissuto, come uomo e come artista, con tanto fervore e con tanto e sì ra,ro decoro. Ci conoscevamo da diciassett'anni, ma io lo conoscevo da più di trenta. Voglio dire che già più di trent'anni fa, la prima volta che lo udii sonare, sentii ,subito che egli era un artista vero. Io ero ancora alunno del Conserva.torio, quando Consolo venne a dare il suo primo concerto a Parma, e credo non avessi mai udito il suo nome prima di quel giorno. Ma allora di concerti, specialmente nelle città di provincia, se ne davan, grazie a Dio, pochi (dico grazie a Dio pensanùo ai troppi di ogITT) ; per più ragioni, ma, anche per questai, buonissima: che un diploma di esecutore, bene o male ottenuto, non pareva ancora un titolo sufficientR per farsi udire in pubblico e per costringere il pubblico all'applauso o alla sopportazione. Ma appunto perché erano ,pochi, e perché si poteva ~sser sicuri che chi li dava aveva una sufficiente dignità artistica perché il pubblico potesse interessarvisi, i concerti erano considerati avvenimenti importanti anche prima di averli ascoltati. La ,Sala dei concerti del Conservato,rio di Pa,rma è piccolà. pic:cola, e non ci vuol molta gente a riempirla. Ma in quella sera doveva esserci anche più gente del solito, perché gli. alunni furono mandati a sedere sul palco dove il concertista avrebbe sona.to. Neanche a sforzarmi mi riesce di rivede r Consolo come era allora (dovrei dire che lo so, d,a fotogra,fie che ho visto poi, ma la persona viva e la sna immagine son due cose ben differenti). Ma come se le avessi udite ieri, rammento due sue esecuzioni di quella sera: Les BibliotecaGino Bianco

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