Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931
A.more 575 Dalla parte laggiù, dei Renai, da qu3llldo era andato via Fausto, 1101I1 ci andavo più; non ci son più stata sino a poco tempo fa, quando .... ma poi ora non ci si può più scendere, l'hanno chiuso, con quella scarpata, quei muri. Peccato; sarà più bello, più in or– dine ; ma prima i bambini ci si divertivano. Sarà che ai posti che ci siamo stati da ragazzi, gli si vuol bene; dispiace di vederli cam– biare. È come un posto qualunque, ora; addio i nostri deserti. E quell'odore forte delle borraccine in qualche pozza d'acqua ferma, d'estate, mi par di sentirlo ora; quando si arrivava di corsa, le gra– nocchie, una dopo l'altra, si buttavano in quelle conche con un tonfo come sassi. Ci pensavo tanto, la sera, tornando a casa, di sul Lungarno, quando la luce cambia; ma tornare non ci volevo tornare. E ci si trova invecchiati senza accorgersene. Ho cambiato così pochi posti in vita mia. Non ero di quelle che praticano le agenzie: mi passavano da u111a famiglia a un'altra, fra famiglie che si co– noscevruno. - Certo, 1110n doveva esserle difficile trovare u111 posto; una donna così si può raccomandare senza restrizio111i. Di quanto poco non si contenta al mondo, certa gente! Eppure ce ne son tante, vite come quelle, senza 111essu111a ambizione perso– nale, spese a fare il oomodo degli altri, specialmente fra le donne. · Eppure non son da compatirsi: sono felici, a modo loro. Non ab- biamo ognuno di noi conosciuto qualcuna di queste creature, anzi non ci siamo noi stessi approfittati della loro abnegazione, senza nemmeno ring:r:aziare, senza nemmeno accorgercene, come se ci fosse dovuto, e fosse nella loro natura di donne, di doverlo : un debito, quasi? - Da me noill mi son 00111gedata che uilla volta. Ero capitata in ~ma famiglia ricca; ormai avevo passato la trentina. C'era un ca– meriere anzianotto, iill q uella c asa; un uomo che pareva tanto per– bene. Aveva Uiil modo di fa.re liscio, tutto parolÌIIle untuose, tutto buo111emaniere. Un giorn o, pr ima di entrare in cucina, sentii che facevano il mio nome ; mi fermai, non per stare a orecchiare, ma mi faceva meraviglia. Era la voce del cuooo; diceva: « Come tu faccia a mandar. giù quel bocoo111e, io non lo so. O non lo vedi, è già u111a vecchina'?>>. E ecco gli risponde il cameriere : « Eh, se ci fosse il modo di arrivare a avere il gruzzolo senza appiopparsi quel carioo, ne farei volentieri a meno. Ma che vuoi, Msogna pensare alla vecchiaia)). - Così la sua storia sentimentale noill cont ava altri episodi. - Non mi dispiaceva mioa, 1110n avevo rimor.si. Ohe vuole, a veder, come succede a noi, il rovescio della medaglia, t1;1ttele scioc– chezze, gli intrighi e anche, creda, tante cose peggio, tante catti– verie che si vedono, tutte per questo benedetto amore, vien da rin- BibliotecaGino Bianco
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