Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931
508 .A. THÉRIVE, Le Parnasse non esito a -chiamare lo schematico ideaHsmo, la penetrante e sottile poesia di certi funambol1smi di Banville. Severità o meglio insensibilità, che si riduce poi in una troppo larga indulg~nza generica, non infrequente nei critici come il Th~rive, pur tanto severi quando si tratta di prosa: io ~on sono pe:~·~ulla sicuro che Henri de Régnier sia cosi gran poeta come 11 nostro critico vorrebbe (e chissà se in questo caso egli obbedisce proprio al suo _genio, ~ non piuttosto alla solita inclinazione dei francesi a lodare facilmente 1 loro moderni) ma sono sicuro ch'egli sarebbe disposto a prender per oro s·onante ~on solamente tutto Boileau, ma forse anche tutti (e dico tutti) ' ' i versi del vecchio Malberbe .... MARIOB0NFANTJNI. ANDRÉCoEJUROY et GEORGES CLARIDNCE, Le Phonographe (« Les Domimen- taires »). - Kra, Paris, 1930. F'r. 12. · .ANDRÉ CoEUROY, Panorama de la Radio. - Kra, Paris,, 1930. Fr. 12. Che molto tempo sia trascorso dal giorno in cui per la prima volta l'uomo· riusci ad imprigionare il suono ed a riprodurlo a suo piacere, è cosa chi:l il lettore di certo sa. Quello che forse egli non conosce è il cammino percorso dalla scienza e dall'industria negli ultimi anni per renderne sempre più perfetta la fissazione e la riproduzione. I risultati ottenuti sono oggi tali, per quanto riguarda l'arte musicale, da soddi– sfare per la maggior parte dei casi l'artista più esigente, l'amatore più raffinato; quella che oggi è detta « musica meccanica» (con non felice espressione poi che essa non è la sola musica, alla cui riprpduzione par– tecipi, più o meno, l'elemento meccanico, media,tamente fra l'artista e l'attuazione sonora); è entrata di fatto e di diritto nell'orbita dell'atti– vità musicale, e il contributo ch'essa, ci porta è tale che nessuno cui stia a cuore quell'attività, può pensare a rinunziarvi. Nei due agili volumetti che André Coeuroy dedica al fonografo ed alla radio, queste cose son dette, ripetute, giustificate e confermate quasi ad ogni pagina. Ma, avendo avuto di mira un lettore sprovveduto e cu– rioso di fatti più che d'i_dee, il critico francese s'è forse dilungato troppo nella parte informativa (specialmente nel volume del fonografo) e non ha accentato a sufficienza l'importanza del disco e dell'altoparlante nella civiltà musicale d'oggi e (soprattutto) in,quella di domani. Ogni lettore apprezzerà sicuramente la copia delle notizie che il Coeuroy ha saputo adunare nel giro di poche pagine ed esporre con la lucidezza ed il brio che son proprie del suo temperamento di scrittore e . che riescono quasi sempre a dare un tono personale anche alla pura e semplice esposizione. Il lettore italiano, poi, stupirà nell'apprendere che il fonografo e la radio sono stati adottati, in un modo o nell'altro, dal– l'insegnamento ufficiale di molti paesi: primo fra tutti dalla Germania i cui Conservatorii, secondo la tradizione, erano considerati come le rocca– forti del tradizionalismo e del misoneismo : che il fonografo ha colà una P~:te di prima importanza nelle classi di musica: da quella di compo– s1z10nea quelle di storia della musica e di direzione d'orchestra; che dei BibliotecaGino Bianco
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