Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931
506 . A. THÉRIVE, Le Parnasse nus. Dès que l'illettré met la main à la plume, il se sent captif de la matière, bien plus étroitement que l'artiste, qui a mis de longues années à la dompter et à l'assouplir ». 'l'ale è il 'l'hérive. Naturalmente però non si potrà chiedere a co– desta sorta di gente, come del resto a chiunque altro al mondo, pi~ di quel che essa ci può dare. Abilissimi nel valutare· le carattenstwhe ideali e la portata morale di un'opera, e para.Uelamente, nel giudicare la qualità artistica dello stile, d 'alt_ra parte sfugge a questi critici molto •spesso la fisionomia complessiva dell'oggetto, non sempre oo sen– tono la vera statura poetica. L'invenzione, la cre~one cli un nuovo modo di « vedere» resta per lo più in ombra ai loro occhi; secondo loro non v'è che una sola maniera di osservare e giudicare le cose: scambiano sempre un poco il contenuto ideale con l'ispirazione, e l'abi– lità stilistica col vero tono poetico. Con questo non voglio già dire che ,sia gran male o capitale difetto, ché anzi la critica spesse volte gua,dagna da questo divagare, e si fa più viva, e acquista di interesse iideale, e .stabilisce preziosissimi ponti dalle opere cosi osservate alla nostr a vita interiore. ,Solo che bisognerà prenderla allora per quel che va.le . E' così, in questo libro più recente, in questo ,serrato ed energico Parnas-se, davanti a un tema che è la vera pietra di paragone di un critico, apparirà naturale che il Thérive mostri appieno ogni sua qua– lità e mancamento (e avrà già capito il lettore perché ad arte io abbia fatto si lungo preambolo prima d'arrivarci). Tutta la prima parte del libro è un vigoroso e agevole lavoro d'intelligenza, oserei dire, pur rac– coma,ndando che mi si intenda con discrezione, un lavoro di intelli– génza permeata e sorretta dal buon senso «alla Montaigne » : i rapporti tra la poesia e l'ambiente s~iale, la derivazione dal conootto roman– tico di superiorità assoluta del sogno sulla vita, nobilitata da una osti– nata ricerca di necessità morale e di serietà profonda nello studio del «mestiere», sono messi i.,nluce con grandissima delicatezza di t~co (e non c'è lettore mediocremente pratico di teoriche, che non sappia quanto sia difficile al di d'oggi, e quanto arrischiato, un simile lavoro). E oolle caratteristiche più propriamente poetiche egli non è da meno, anzi si direbbe che superi se stesso: nello ·studio dell'influenza del vecchio Hugo cosi pertinace e cosi sfacciatamente negata da molti degli stessi parnas,Si.ani ; in certe osservazioni in ap;parenza volgari, come quella su l'importanza degli « ateliers » e dei musei d'arte nell'ispir~one par– nassiana, cui egli sa dare senza esitazione la giusta portata... . Tutto un lavoro che, malgrado qualchEl intelligente ironica riserva, non na– sconde la simpatia dell'autore, e sbocca ad una giustissima rivaluta– zione delle opinioni artistiche, delle idee, della estetica parnassiana, « la cui vacuità è la cosa meno provata del mondo, soprattutto da che abbiamo acquisito la nozione di poesia pura». Rivalut1tzione di cui. c'era bisogno, in Francia soprattutto, dopo i sorrisini di compatiment0 dei simbolisti e dei loro figli e nepoti. Del SJ.i.mboli.smo egli partitamente non si occupa, e tanto meno delle sue degenera.zioni, ma si limita a ricordare con fer– mezza l'assoluta necessità per la poesia, di valersi di mezzi d'espres- Biblioteca Gino Bi~nco
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