Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931

501. Il libro della terza, quarta, quinta elementare caserme, l'aeroporto, l'officina delle macchine agricole, le bonHì.che, le scuole professionali e agTicole dei salesiani), attraverso il raccoglimento dei doveri religiosi e la felicità delle pa.rate militari e dei «campi» d'avanguar,disti, la Pasqua presso le Catacombe romane e la gita a Napoli per andare incontro a un amico del padre tornato d'America, il ragazzo apprende metodicamente ma variamente, sf:lnza che né lui né i lettori suoi coetanei quasi se n'J:wcorgano, le promesse e la gioia d'una vita aperta, sorridente, attiva e costruttiva, protesa al domani senza illusioni romantiche ma con una fiducia pacata; la. vita, insomma, che il Forges ha auspicato per quindici anni dalle colonne della sua I dea Nazionale, e che ormai da molti altri anni saluta, e illustra, da quelle della Tribuna. · « Se vuoi farmi piangere, devi pianger tu pel primo », diceva il vecchio Orazio; benché oggi qualcuno metta in dubbio, dal punto di vista estetico, l'esattezza del suo precetto. Ma nessuno può mettere in dubbio che, se uno scrittore vuol farmi credere, il primo ad aver fede debba esser lui. Ora la forza che questo libro irradia nasce dal fatto che non contiene pagina, non parola, in cui l'autore non creda. Donde ·quel suo stile piano, accessibile ai semplici, sobrio nelle notazioni umo– ristiche, virile nelle ore della commozione, e capace di fare ii.ntendere ai ragazzi fin la poesia della grammatica e dell'aritmetica; fatto, diremmo, di sangue italiano; e di cose tutte vere. Tanto vere, che le sue illustra– zion i constano un icamente di fotografi.e (il che, forse, è ·stata una pic– cola esagerazio.ne: per lo meno quando s'è trattato di fotografare .... la n ave d'Enea). N on sarebbe stato meglio .trovare un illustratore che disegnasse come Forges ha scritto ? SILVIO o' AMICO. ANDRÉTHÉRivE, Le Parnasse (Collection XIX• Siècle). - << Les Oeuvres Représentatives », Paris, 1929. Fr. 12. André Thérive è in letteratura un reazionario, e voglio intendere con questo non già un_ospirito legato a un programma passatista, ostile per principio a ogni novità e a ogni idea che esorbiti dal suo chiuso sistema, quanto un particolare atteggiamento del suo carattere, che è indubbiamente quello di un« ancien régime », un che di mezzo tra l'enci– clopedista raziocinante e l'aristocratico scettico e buongustaio alla set– tee<'1nto.Dire che egli non conosca le nuove teorie, i postulati filosofici della critica; moderna,, sarebbe ingiustizia: al contrario, anche al nostro giudizio d'italiani (e cioè di gente assai più scaltrita ed esperta in tale materia di quel che non sogliano ,esserlo i francesi), egli appare più che discretamente ferrato e ·saldo in sella. ,Solo che egli si è valso di questi studi con diffidenza squisitamente passatista, accogli,endoli e godendone in quanto gli servivano a distruggere più agevolmente pregiudizi ed er 7 rori, restio invece nell'accettarne le novità: ostinato nella vecchia idea che sa,pere tutto non è mai male, ma che alla fin fine nella maggior parte dei casi una buona conoscenza della realtà dei fatti e un po' di BibliotecaGino Bianco

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