Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931

502 1l libro della terza, quarta, quinta elementare il senso della guerra, s'intende d'una guerra 1848-1870 i ~ ,se vi rico~– rono come leitmotiven i tre soliti amori del buon de Am1c1s, - scola.n, soldati operai - bisogna aggiungere che per questi ultimi (grazie sp~ial~ente al' racconto Dagli Appen,nini alle Ande) già s'intende l'eco d'un avventuroso e sanguinoso problema nazionale, queHo dell'emigra– zione oltre Oceano. Infine il libro, destinato a ragazzi di terza, ha un gran merito, è tutto fatti, e niente prediche: salvo quelle infelicissime «lettere» domestiche che del resto i lettori sbarazzini han sempre sal– tato a piè pari, rifa~ndosi sui « racconti mensili», fra cui si trova più d'un piccolo capolavoro. Il difetto vero di Cuore, più che nell'abuso di tòni accorati e alle , volte alquanto melodrammatici, per noi è nella sua limitatezza laica, nella sua assoluta mancanza di senso religioso, e insomma nell'assenza di Dio. Il solo accenno che vi si fMCia a problemi del genere è contenuto in una delle citate «lettere», quella che invece di «Fede» si contenta d'intitolarsi « ,Speranza n; pagine che pur con le loro professioni orto– dosse si trovano come estranee e sperdute in mezzo a tutte l'altre, nelle quali non s'accenna mai, neppure con riferimenti indiretti, a nulla di simile. La Religione, il ,senso dell'Infinito, l'idea del _Dilà, in sostanza qui non sono che una parentesi, la famosa « ora alla settimana» di Re– ligii:me, separata da tutte l'altre materie; hanno, insomma, appena un cantuocio, dove la gente di molto buona volontà può andare a scovarle, ma dov'esse pos,sono oenissiimo restarsene na,scoste, senza impedire a tutto il resto di camminare da sé. · Il carattere nuovo dei libri che ora abbiamo sott'occhio (e che del resto non son paragonabili a Citare né per struttura né per altri ri– spetti : il nostro richiamo vuol esser solo di natura ideologica) ci par che invece si trovi soprattutto nello spirito d,a.cui essi sono informati. Né il libro di lettura per la terza, compilato da Grazia Deledda, né quello per la quarta, compilato da Angiolo Silvio Novaro, sono stati concepiti sotto le specie unitarie, d'un racconto rigorosamente continuativo; piut– tosto, come amabili e anche curiosi vagabondaggi. I piccoli protagonisti della Deledda, a diffierenza di quelli deamicisiani ch'eran chiusi in città, vanno molto in giro per la campagna e in riva al mare, contemplano i misteri degli alberi e delle spighe, visitano un arsenale e uno sta,zzo di pastori, ecc.; e mare e campagna s,ono i motivi prediletti dal Novaro, che canta le gocce d'acqua e l'alloro, le bonifiche e la luna, le lotte con la natura nemica, e le avventure di viaggiatori pel mondo. Tanto la De– ledda quanto il Novaro hanno largamente intramezzato le loro limpide esposizioni con racconti storici, che vanno dal Risorgimento alla Marcia su Roma,, e con versi e prose altrui : attenendosi la prima, per i versi, a, scelte di poeti che han s•eguìto i ritmi tradizionali e trattano metri regolari; mentre il secondo ha « aperto i vetri» anche ai versi liberi, di tipo più moderno (e ciò, a nostro modesto avviso, per ragazzi di quarta classe, è forse un poco prematuro). · Alle serene fatiche dei due compilatori si sono aggiunte quelle del Paribeni e del Bertolini per la Storia, del De Marchi per la Geografia,. dello Scorza per l'Aritmetica, d'un gruppo di specialisti (Brizi Lori Parr~vano, Simon~tta, Vacca,ri) per le Scienze, di monsignor Z~mmar~ BibliotecaGino Bianco

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