Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931
Rivelazioni 327 Ha il volto bianco, la poveretta, e gli occhi rossi. Troppo rossi. - La conosci bene, eh Mariuta? Risponde immobile: - Jooi) cè biel. Andrea la guarda stupito. - Ohe cos'ha, babbo ? SOGNO. Dorme. Strette le mam.i al guamciale, sembra tenersi avvi111ta a-1 sonno. Dolce sonno che l'ha presa tutta all'improvviso mentre la madre la spogliava ed essa borbottava le sue tante par-olette illlsensate ac– compagnandole con mille gesti che nulla avevruno a, che fare con quelle. Almeno per noi. ' Dorme. Non odo il suo respiro. S'è fatta lieve e!l immateriale: non pesa, certo, più d'una rosa su quel lettino bianco. Io ,non ardisco toccarla, trunto mi par fragile quel suo abbrundono. Ma la madre non teme di destarla e s'è rovesciata sul letto e le bacia gli occhi la foonte il collo con ulila tempesta fitta :fitta di bad e di care parole. Che non la turba né la smuove. Privilegio delle madri che son sempre tutt'u1110con le creature. Ma quella furia ha dato forse una IIluova piega ai suoi so~ni per– <:hé tra gli occhi e le labbra v'è qualcosa, ora, che somiglia a un sorriso. IL DIO DI SANDRINO. Questo bel famtoccino che hanino regalato a Lucia, - gote rosse, berretto rosso, brache rosse, - le par tanto bello che IIle ha sog– .geiione. Silenziosa, ilil un amgolo del mio studio, lo contempla, 111e osserva tutti i particolari runatomici, se lo rigira davanti agli ,occhi e poi :finisce per cullarlo fra le braccia. Dopo UIIlpoco di muta adorazione, leva il capo e dice : - Babbo, se io sono la mamma di Samdrino, - cosi ha nominato il pupazzo, - il suo babbo è Andrea, è vero ? - Si, bambina. - E .... allora, tu sei il suo Dio. Levo gli occhi, sorpreso. Vorrei correggere: 1110, bambina, io non sono che suo nonno. Ma taccio. Perché Lucia, senza attendere la mia risposta, ha ripreso a cullare il pupazzo e sorride, sicura e felice, fra i nostri due silenzi. BibliotecaGino Bianco
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