Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931

364 F. P .ASTONCHI, I Versetti o quella in suo genere perfettissima gemma, profonda nella, sua te: nuità _ o soltanto maliziosa, - che ha nome L'attesa? E non son@belh come 'un epigramma dell'Antologia i Cipressetti, - una parola, un so– spiro d'amore fermato sulla carta come per ,sempre ? A un fiato ..che appena li inclini si baciano con le esili punte, congiunte disgiunte congiunte, i due cipressetti vicini. Nostalgico mi fanno di te. A volte la poesia sembra proprio na,scere da un nulla: non da un moto, sia pur lieve dell'anima, ma da un bel motto, da un complimento, da una bella trovata. Cosi questi Ospiti : 1I vostri grandi occhi non sono vostri.... Ohi sa da che cieli e per chi sa \luali tragitti, questi grandi ospiti afflitti vennero nel vostro viso a domandare perdono di tutte le parole crudeli che dite con un sorriso. Oppure, - come in Fortuna, - la poesia consiste solo in una metàfora, in un bel ravvicinamento : Prima un fatuo miraggio, poi un vacuo rimpianto è l'umana fortuna, un'orma senza raggio di un desfo che svani. Cosi talvolta luna dopo il notturno incanto lascia una vacua spoglia a langUir su la soglia luminosa del dì. Giacché fiori indubbiamente sono, si domanda: sono fiori di gioV\· nezza o di vecchiezza queste incantevoli poesie ? Èllade o Alessancl.ria ? O insieme giovinezza .e vei;chiezza, ingenuità e scaltrezza ? Ma il poeta ha detto qualcosa di meno tenue. Leggete questa mira– bile Adolescente, modérnissima pel bniviùo che la, percorre per certe immag1m sensualissime, dannunziane, per certa musica carducciana · e insieme antica : ' Quasi a dispetto, chiusa nel ,tuo senso ancor tardo, tutta silenzi e sguardo, forse a te stessa astrusa. Ma !'.immobile volto sente il sen che ti sforza, come gemma la scorza dell'albero in ascolto. BibliotecaGino Bianco

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