Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931

RIOORDO DI ORAZIO MARUOOHI. A vederlo in piedi ,mlla cattedra agitarsi, - in piedi insegnava a,nche Ernesto Monaci, alla Sapienza, ma così immobile che pareva se– duto e solo quando scendeva, i gradini rivelava, sotto la testa austera, quell'ironia di corpicciolo, - per raccontare a noi, l'ennesima volta certo e con lo. stesso entusiasmo della prima, la scoperta prodigiosa della « stele di Rosetta)), di quella pietra trilingue in cui il nome sacro del Faraone, cinque volte inç;orniciato dall'ellissi del suo «cartello)) nella prima zona a caratteri geroglifici, cinque volte ripetuto più soitto in quella a caratteri demotici e in quella greca,. aveva spalancati in un momento ,i millenari segreti dell'Egitto .... a, vederlo, dico, agital!si, cosi piccino, con quel suo cranio lucido e mondo, i ba:ffettini, La bar– betta e quegli occhi chiari, dolcissimi, un po' cinesi, io dal mio banco sorridevo : in Orazio Marucchi mi pareva di vedere viva e parlante una macchietta che era allora popolare.: Ohilone Ohilonide del Quo Vadis? Dio mi perdoni, ma una volta devo averlo detto in un orecchio a Ber– nardi, il mio compagno di destra e dobbiamo aver riso insieme: gli scolari ,son sempre maliziosi per istinto; quando poi sono oherouti, a canzonare il prossimo, -ci mettono una ma1izia nuova, quella del prete in bozzolo. Intendiamoci bene: io prete non mi son fatto più, né me ne pento; ma che io debba nascondere ai letto:ri, parlando di un mio maestro, d'aver portato anch'io ai miei tempi l!t -sottana, questo non mi va, ànche se il buon amico, p.iù pratico del mondo, mi ripete: « Bada! Non olet >>. In seminario a buon conto, da ragazzi, son passati fors~ i quattro quinti di tutti gli idealisti neolatini: il loro idealismo li si è comin~iato a rivelare e lì tende lentamente a ritornare. Orazio Marucchi era laico, come Filippo Ermini (che in quella scuola continua la sua missione), come il Tomassetti, il Tuccimei, tutti i più candidi e vibranti di quei miei adoratiss!imi maestri; e c'inse– gnava dalla stessa cattedra, da cui ore su ore piovevan gli argumenta in forma et extra formam del latino più serrato e più s-caltrito, quella dottrina cattolica che gli altri analizzavano con prudente sottigliezza, e ci addestravano a difendere con le armi di una dialettica piuttosto aggressiva e intransigente. Quella fede romana al buon Marucchi gli luceva negli occhi, come il ,s-orriso di una certezza posseduta e che si BibliotecaGino Bianco

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