Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931

Oharma, o dell'amore 349 perché, se ti duole che Charma sia lontana, non fai si ch'ella ti ritorni vicina? - Perché c'è qualcosa di torbido nell'averla vicina. - Torbido? Dunque anche tu avresti l'amore disgustato e ululante, come i nordici, eome i romantici e come i gatti. Se tu avverti qualcosa di torbido, questo vizio dev'essere in te, e non nell'amore. O forse dovremo dire, alla spiccia, così: questa donna, più di altre, ti completa eroticamente. Tu senti perciò di averne bisogno; il bisogno è uno sh.tfo di inferiorità, e il tuo amor proprio ,è in allarme. Oppure, ipotesi più . semplice ancora, questa è la donna che fino ad oggi ti ha concesso meno di sé. - Tutto ciò è «sperimentalmente» falso. Charma non mi completa. Charma non mi ha dato meno di altre. Charma non mi basterebbe. Forse, legandomi per sempre a una donna cosi, farei ad essa ingiusti– zia, più che a me stesso. Ma quando mi è vicina, talvolta, la vorrei lontana,. per soffrire questo sottile incomparabile tormento di nostalgia. E, lontana, mi manca, ad ogni attimo : come chi, uscito di casa, si ac– corgesse di avere dimenticato dietro a sé la propria ombra\ o il proprio nome e cognome, o anche solo un indumento richiesto dal pudore co– mune .... Se è con me la maltratto, la pungo; per avere poi una ragione di umiliarmi, di chiedere scusa. E se non si dà per intesa delle mie vessazioni, mi offendo, m'ingelosisco, m'infurio; mi sembra che si aprano, fra noi due, abissi senza fondo; mi sembra che lo spirito mio cada in una rovina irremeabile, da cui nulla più si potrà salvare.... E pure talvolta gioisco di questa rovina; vorrei offendere costei crudelmente, troncare per sempre, non vederla più; e piangere poi l'amore perduto per tutti i giorni che mi restano a vivere. Oppure vorrei fare per lei una follia, uno scandalo, un sacrificio senza confronti e senza ragione; farle un dono che mi esaurisca, ma che sia troppo più grande di lei, che ella abbia da brancolarvi dentro fino alla fine, abbacinata e folle .... Non so se m'intendi: l'amore consiste in questo irragionevole e irragiona,bile bisogno di dare o di prendere, dalla persona amata, qualcosa che sia oltre tutta la logica e tutta la pratica della, vita. Ciò che gli scienziati chiamano masochismo, e sadismo,· non sono che forme immiserite ed - abbiètte, pervertite se vuoi, regressive, feticistiche, di cosa inerente e necessaria alla divina malattia,. - Divina? Umanissima. Il gran dono che si vuol prendere, e che si vuol dare, è la vita; è l'attesa, latente, vita delle future generazioni, in germe nel tuo stesso amore. Tu non lo sai, tu non lo vuoi sapere; Rei egocentrico ed egoista come tutti gl'innamorati; perché devi regalare qualcosa che è più grande cli te, perché è immenso. E tutto l'essere tuo spasima confusamente verso quel mistero, verso quel sacrificio .... Dopo, non rimarrà nulla di tutto ciò ; non ne ritroverai traccia in Charma, e - nemmeno nei tuoi figliuoli. Ancora una volta il fatto avrà oltrepassato l'intenzione; ma le grandi Intenzioni portano seco uno spasimo ed una febbre, che non dispaiono quando l'intenzione divien realtà. La più amara delle frustrazioni è nel desiderio soddisfatto. Credo che la peg– giore delle frustrazioni consista nell'essere ancora innamorato della donna, che è già la, sposa tua e la madre dei tuoi figli.... Ma tu senza BibliotecaGino Bianco

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